Como, 10 febbraio 2014 - E' il day after per i 60mila frontalieri lombardi che ogni giorno varcano il confine per andare a lavorare in Svizzera e più in generale per i 500mila cittadini stranieri che risiedono nella Confederazione. Ieri, con un testa a testa all’ultimo voto gli svizzeri hanno risposto sì al referendum contro l’immigrazione di massa promosso dalle destre populiste dell’Unione Democratica di Centro e dalla Lega dei Ticinesi.

Alla fine lo scarto tra favorevoli e contrari è stato di 19.516 voti (1.463.954 sì contro 1.444.438 no), con il 55,85 degli aventi diritto che si è recato alle urne, una percentuale comunque molto alta per la Confederazione Elvetica dove non esiste il vincolo del quorum alla validità dei referendum. A schierarsi a favore sono stati 17 Stati su 26, anche se per un conteggio che distingue tra cantoni e semicantoni (il cui voto è dimezzato), alla fine i «sì» hanno vinto nella Confederazione per 14,5 contro 8,5.

MARONI: ZONA FRANCA PER LA LOMBARDIA - "Chiederò a Letta, con urgenza, una zona franca in Lombardia in cui la tassazione delle attivita’ produttive sia allineata a quella della Svizzera", ha detto Maroni. ‘’Nelle zone di confine esistono sempre alcuni problemi che dipendono dalla diversità dei due sistemi. Per questo, voglio chiedere a Letta l’istituzione di una fascia di confine, come già avviene per i prezzi dei carburanti, in cui la tassazione sia allineata a quella Svizzera". 

SALVINI (LEGA) - La decisione ha innescato non solo i timori dei frontalieri ma anche le reazioni politiche a livello nazionale.  ''Il problema degli svizzeri non sono i lombardi o i piemontesi che vanno di là a lavorare, è un'altra l'immigrazione problematica - ha detto Matteo Salvini, segretario della Lega Nord - . Per quanto riguarda i frontalieri li seguiamo da anni e li accompagneremo uno per uno, perché il loro problema è Roma che sta cercando di fottergli i soldi. Verificheremo che i loro contributi non finiscano nel calderone dell'Inps. Li difenderemo anche trattando con lo Stato svizzero e non delegando a Roma. Spero, credo e pretendo, che ci sara' anche Roberto Maroni al tavolo delle trattative con Berna''.

IL CANTON TICINO - Il record di «sì» allo stop dell’immigrazione di massa si è registrato in Canton Ticino, con il 68,17% di voti a favore, dove a soffiare sul fuoco insieme all’Udc è stata la Lega dei Ticinesi, il partito fondato da Giuliano Bignasca. «La giornata di oggi è una giornata storica per il Paese – hanno dichiarato l’altra sera i suoi esponenti al termine di un festa nel quartier generale di Lugano: gli svizzeri hanno ripreso in mano le redini del loro futuro».

IL SINDACATO FRONTALIERI - "Ha vinto la paura è per questo che la Svizzera ha deciso di chiudersi a riccio – commenta amaro Sergio Aureli, del sindacato elvetico Unia che ha tre le sue file moltissimi frontalieri –. Siamo tornati indietro di trent’anni ai tempi del contingentamento dei lavoratori che non saranno più scelti in base alle loro competenze ma secondo la loro nazionalità".