Mariano Comense, 6 dicembre 2013 - Il lungo calvario del sindaco Alessandro Turati si è concluso ieri mattina di buon ora, quando undici consiglieri si sono dati appuntamento in Municipio per presentare le loro dimissioni. Determinante la decisione di cinque consiglieri del Pdl ora passati in Forza Italia (Giuseppe Contardi, Donato Fratta, Andrea Ballabio, Rudy Benelli, Amedeo Di Matteo) che finora, pur tra parecchi mal di pancia e molti equilibrismi, erano riusciti a tenere in piedi la maggioranza. Il resto l’hanno fatto i sei consiglieri di opposizione, Pd in testa, che già un anno fa, quando Turati licenziò i quattro assessori del Pdl presenti nella sua Giunta, ci provarono a presentare una mozione di sfiducia, raccogliendo però tre soli voti favorevoli da parte dell’allora Pdl.

Con una nuova Giunta ed equilibri sempre più difficili da registrare all’interno del Centrodestra, Turati è riuscito a tirare dritto per un anno, se pure tra molti sbandamenti. «Me la sentivo che doveva finire così – sospira il sindaco, ancora nel suo ufficio in attesa di cedere le deleghe al commissario prefettizio, che dovrebbe essere nominato entro il fine settimana – l’ho capito dal fatto che ieri scadevano le osservazioni al bilancio e stranamente nessuno ha presentato degli emendamenti. Avevano tre vie per mandarmi a casa: la mozione sfiducia, votare contro al bilancio e dimettersi. Mi rammarica che la scelta sia caduta sulla soluzione più comoda, ma forse meno rispettosa dei cittadini che si sarebbero meritati di sapere perché l’amministrazione si è chiusa con sei mesi di anticipo. Alla fine è po’ come se ne fossero andati alla chetichella, alla vigilia della discussione di un bilancio che siamo riusciti comunque a far quadrare senza aumentare le tasse». 

Proprio quest’ultimo sembra sia stato uno dei motivi di rottura, tanto che Forza Italia per ricomporre la pace avrebbe preteso da Turati un nuovo rimpasto di Giunta, sacrificando gli assessori della Lega e anche qualche tecnico. «So che vanno già in giro a dire che lascio dietro di me un bilancio disastroso – prosegue il sindaco – peccato per loro che tutti i conti sono in regola e lo dimostrerò nei prossimi giorni con tanto di dati che renderò pubblici. In questi anni, se pur tra mille difficoltà, sono riuscito a non alzare le tasse ai miei concittadini e questa è una delle mie soddisfazioni più grandi. Ho eredito un Comune che aveva scarsa capacità progettuale e lo lascio con tanti interventi realizzati e una struttura organizzativa che funziona benissimo. Mi consola sapere che i marianesi sono con me e anche in questi giorni mi hanno fermato per strada per esprimermi la loro solidarietà. Purtroppo ha vinto il partito delle tasse: Pd più quel che resta del Pdl, non mi importa se Forza Italia o Nuova Destra, comunque lo stesso che comanda a Roma».

Di fronte a una situazione così verrebbe voglia di non gettare la spugna e ripresentarsi, non come candidato visti i limiti al secondo mandato imposti dalla legge, già alle prossime elezioni. «Se tutto fosse andato come doveva andare mi sarei volentieri fatto da parte – conclude Turati – ma visto quel che è successo comincio a farci un pensierino. Certo adesso è presto per parlarne, dopo dieci anni ad occuparmi dei problemi del Comune i prossimi mesi li dedicherò alla famiglia. L’ho promesso a mia moglie».