vertemate, 4 settembre 2013 - Solo il tempestivo intervento dei Vigili del fuoco ha scongiurato che finisse tutto in fumo, mentre le prime fiamme erano già partite nel locale che ospita i quadri elettrici di un vivaio che si trova alle spalle della Metro, in una zona già nota in passato per le pesanti ripercussioni ai danni di imprenditori taglieggiati del racket. Poche denunce e tanti silenzi, come avevano potuto sperimentare sulla loro pelle gli inquirenti, costretti a investigare spesso senza poter contare sull’aiuto degli stessi ricattati. Solo l’ennesima conseguenza della crisi che investito tutto il mondo dell’economia, con gli imprenditori costretti spesso ad affidarsi a circuiti illegali per ottenere quei prestiti negati dalle banche, quasi sempre a tassi da usura. In altri casi a far scattare la rappresaglia non è il debito non onorato ma il rifiuto di pagare per la protezione. Simile l’epilogo: l’auto che va a fuoco, oppure il mezzo da lavoro, come avvertimento, per poi passare all’azienda nei casi più estremi. 

Episodi che negli ultimi due anni si sono manifestati più volte nella Bassa Comasca, senza lasciare indenne neppure il cantiere della Pedemontana, che passa da queste parti e dovrebbe servire ad attirare i capitali degli investitori per rilanciare l’economia del territorio, ma finora è solo servita a richiamare i balordi. Al lavoro ci sono i periti dei Vigili del Fuoco che dovranno stabilire se l’incendio che l’altra notte, verso le 2 e 30 del mattino, stava quasi per portarsi via un vivaio, è stato provocato da un cortocircuito oppure appiccato da qualcuno. Sicuramente doloso invece l’incendio che ha completamente distrutto un Audi A6 di un cittadino svizzero l’altra sera, poco dopo le 21 e 30, alle spalle del Gran Hotel di Tavernola, dove l’uomo aveva parcheggiato.

 Quando il settantatreenne ticinese ha cercato di mettere in moto l’auto delle fiamme si sono sprigionate dal motore, tanto che all’inizio l’automobilista ha pensato a un cortocircuito cercando di domare l’incendio con un estintore che aveva nell’auto. A stabilire che l’auto era stata sabotata ci hanno pensato i Vigili del Fuoco di Como, giunti sul posto per domare le fiamme che nel frattempo avevano avvolto l’auto.  Rimane da stabilire se la cosa sia da ricondurre al gesto di un folle piromane oppure alla vendetta premeditata di qualcuno che nutriva del risentimento nei confronti dell’anziano. Al lavoro i carabinieri di Como che nei prossimi giorni sentiranno anche il cittadino elvetico, l’altra sera ricoverato al Sant’Anna di Como per alcune ustioni di lieve entità che si è rimediato mentre cercava di salvare dalle fiamme la propria auto.