Milano, 17 agosto 2013 - Barbara Meggetto, direttrice di Legambiente Lombardia, qual è la pagella dei laghi della Lombardia dopo l’edizione 2013 della Goletta?
Do un giudizio insufficiente. I Comuni costieri hanno capito il senso di un lago pulito come risorsa per il territorio, ma il giudizio resta insufficiente perché i piccoli torrenti e non solo i grandi fiumi sono ricettacoli di acque non depurate. Finché non si agisce in modo puntuale su scarichi abusivi o in deroga e non si completano con gli investimenti le infrastrutture, per noi il giudizio continuerà a essere insufficiente”.

Cosa avete trovato?
“Noi abbiamo fatto prelievi nelle foci, dove si formano depositi di inquinamento, e abbiamo trovato anche molta gente che si bagna. Siccome alcuni Comuni non richiedono i controlli alla Asl, almeno dovrebbero mettere delle indicazioni di divieti di balneabilità. Serve una svolta: che le istituzioni costiere, che hanno una maggiore responsabilità del territorio, intervengano su ciò che avviene all’interno e assicurino così che i cittadini possano bagnarsi. Noi facciamo questo lavoro per richiamare attenzione, ma sono pochi i casi in cui gli amministratori locali si stupiscono”.

È l’ottava edizione della Goletta dei laghi: perché c’è questo immobilismo da parte delle istituzioni?
“Gli investimenti sulle strutture depurative sono pesanti e ingenti e sono appannaggio di molti enti: autorità di bacino, Ato, Provincia e Regione. Il problema è che nel momento in cui i fondi a disposizione c’erano si è andati a rilento, ora è più difficile ma non si può giustificare tutto con “non ci sono fondi”. Abbiamo due direttive europee che ci impongono entro il 2015 il risanamento delle acque e l’allacciamento al sistema di depurazione”.

Cosa se deve fare una persona che voglia essere sicuro di dove fa il bagno?
“Può consultare i siti delle Asl provinciali, che fanno controlli ogni 15 giorni, e confrontarli con i dati che Legambiente pubblica, verificando anche la presenza di aree attrezzate per i bagnanti”.

Luca Zorloni

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