Cernobbio, 6 luglio 2013 - Scomparse nel nulla. Le due donne i cui resti sono stati trovati a Malgrate e Cernobbio, di fatto sono sparite senza che nessuno mai più le cercasse, senza fare denunce utili a mettere in relazione le loro scomparse con quelle ossa restituite dal lago e dal bosco. Non sono state fatte campagne di ricerca utilizzando tutti i canali di comunicazione, come avviene in altri casi. Esattamente come già avvenuto, una decina di anni fa, con la ragazza di Valbrona, rimasta anonima. Spaccati di marginalità irrecuperabili, donne che vivono in questo Paese senza che nessuno possa mai sapere chi sono, da dove arrivano e dove sono le loro famiglie. Destinate ad aspettarle per sempre, senza mai sapere che fine abbiano fatto. A sperare che siano ancora vive da qualche parte, e che il silenzio che li separa, sia solo la conseguenza di un allontanamento. Perché la certezza della morte non potranno mai averla.

Non esiste un dna con cui comparare la traccia presente nel midollo delle due parti di donna ritrovate. Non esistono sospetti nemmeno lontani, non si sa quanta strada abbia fatto chi le ha portate fin lì. Case in cui cercare oggetti personali che rivelino qualche traccia, per mettere in relazione la loro esistenza con la loro morte. Perché chi viveva accanto a queste donne, quasi certamente è come loro: clandestina, relegata nella marginalità, totalmente avulsa da qualsiasi possibilità di chiedere aiuto a una forza di polizia. Le impronte digitali avrebbero potuto raccontare qualcosa, perché ormai quasi tutti incappano in un foto segnalamento. Ma le dita delle mani, per chi abbandona un corpo cercando in ogni modo di nasconderlo, sono la prima cosa da cancellare. Assieme al volto.

Il cadavere deve sparire, ma se anche dovesse essere ritrovato, quei dettagli servirebbero a risalire a un nome. Da qui a un contesto, un luogo in cui quelle donne dormivano o sono state controllate, un tratto di strada sul quale lavoravano ogni giorno. Potrebbe aiutare a trovare testimoni, tracce di conversazioni telefoniche. Ma per tutto questo manca un dato fondamentale: un’identità. Le donne trovate a Perledo e a Morterone hanno avuto almeno questa fortuna, perché i luoghi in cui sono state abbandonate non hanno fatto in tempo ad avere la meglio su di loro. Ma queste ultime due ragazze trovate, arrivate da migliaia di chilometri di distanza, finiranno con l’essere dimenticate da tutti.

paola.pioppi@ilgiorno.net