Como, 7 dicembre 2011 - È finito nel mirino di Equitalia per colpa di una svista con la Rai, per giunta dopo quarant’anni di fedeltà e canone regolarmente pagato. Una vicenda kafkiana quella che vede per protagonista Massimo Caronti, i cui problemi sono iniziati quanto quest’anno, causa di forza maggiore, si è sostituito all’anziana zia nel pagare la gabella al servizio pubblico. "Ricordo ancora il primo televisore, era bislungo e la visione era tra il turchino il grigio e passando per il beige. Era una tv in prestito, mia zia lavorava per un negozio di apparecchi radio tv, ricordo bene anche il secondo apparecchio un Trans Continents, credo che non esista più la fabbrica. Poi fu la volta di un Emerson che si è spento, nel vero senso della parola, dopo essere rimasto acceso notti intere mentre io ero crollato fra le braccia di Morfeo. Questi tre televisori mi hanno accompagnato per 40 anni, non sono mai stati più grandi di due spanne, dell’abbonamento si è sempre occupata mia zia che però qualche mese fa è andata al ricovero".

 

Così l’incombenza è passata al signor Massimo che però, anziché pagare a nome della zia, ha compiuto il versamento a nome proprio. "In questa casa l’abbonamento televisivo è stato l’unico a non cambiare mai. Ora vengo a sapere da un funzionario che viene una volta a Como per conto della Rai che io, sempre per lo stesso televisore dovrei pagare un altro abbonamento pur abitando sotto lo stesso tetto come quando ero un bambino. Praticamente dopo 56 anni mi hanno trattato come se fossi un intruso in casa mia. Adesso dovrei fare avere la documentazione ad Equitalia la mia vera identità, ma non agli uffici di Como, ma a quelli di Torino. Pensare che ciò è successo per un bollettino postale che la Rai stessa mi aveva inviato con cui io inavvertitamente ho fatto il versamento del canone, 112 euro, senza usare quello che avevo casa già intestato a mia zia".

 

Da quella che può essere considerata poco più di una svista è nata una querelle che si trascina da oltre anno. "Mia zia è in casa di riposo e l’abbonamento deve per forza essere intestato a me ma non so quanto mi faranno pagare. Tutto per un solo televisore che non si vede neppure bene, perché da quando siamo passati al digitale qui a Blevio il segnale è pessimo". Oltre al danno la beffa.

di Roberto Canali