Como, 30 aprile 2012 -Claudio Rizzo era stato ucciso a calci e pugni cinquant’anni la notte del 9 maggio 2005, nel suo appartamento di via Milano, sopra il suo negozio di abbigliamento. I polsi legati con due fascette di plastica, era morto soffocato a causa delle lesioni interne prodotte da un’aggressione sanguinosa, a scopo d rapina. Oggi, dopo sette anni, anche il terzo rumeno accusato di quel delitto, è finito in carcere in Italia. Kerekes Bogdan Muresan, 26 anni è sceso questa mattina all’aeroporto di Fiumicino, in attesa di essere trasferito a Como, dove sarà interrogato dal sostituto procuratore Mariano Fadda, prima di andare incontro al processo di primo grado per omicidio.

Gli agenti dell’Interpol, alcuni mesi fa lo avevano individuato in un carcere rumeno, eseguendo il mandato di cattura internazionale. Con questo arresto, si chiude un’indagine caratterizzata non solo dalla difficoltà di ricostruire cosa accadde quella notte, quando i due giovani rumeni si intrufolarono nell’abitazione di Rizzo, seguendo un connazionale che era con lui e che lo stava accompagnando a casa, ma anche dalla complicazione di identificare persone la cui identità cambiava di continuo.

Il primo a finire in carcere, fu Petre Covaci, 25 anni, arrestato un anno dopo il delitto e condannato nell'ottobre 2007 in primo grado a sedici anni di carcere, con rito abbreviato. Covaci conosceva solo uno degli altri due ragazzi che erano con lui quella notte: Florin Ghergheles, 26 anni, identificato con certezza e condannato in contumacia il 12 febbraio 2010 a 28 anni di carcere dalla Corte d’Assise di Como. Dopo tre anni di latitanza, era stato arrestato in Germania, colpito da un’ordinanza internazionale di carcerazione. Durante il suo interrogatori, era infine emersa l’identità del terzo complice, Muresan. A quel punto, l’incarico è passato all’Interpol, che ha impiegato alcuni mesi a individuarlo, riuscendo però a trovarlo quando vene arrestato in Romania per reati contro il patrimonio. Aveva cambiato nome, assumendo il cognome della moglie, come consente la legge rumena. Ora il magistrato ascolterà anche la sua versione degli accadimenti di quella notte: ognuno degli altri due imputati, a sempre indicato lui come regista, ma anche come il più aggressivo dei tre, quello che colpiva con più violenza. L’unico che, finora, non ha avuto la possibilità di fornire la sua versione.

di Pa.Pi.