Como, 16 settembre 2011 - «Como cinque anni fa era tutt’un’altra cosa e George farebbe bene ad andarsene a casa». Il riferimento è a George Clooney e l’aneddoto l’ha raccontato ieri Roberto Cassani, presidente dell’Associazione Albergatori della provincia di Como che, come tanti comaschi che vivono di turismo, non ne possono davvero più del cantiere delle paratie e, soprattutto, delle lungaggini che ci saranno per il procrastinarsi dei lavori, anche alla luce delle nuove problematiche emerse in questi giorni. Una frase detta da una turista statunitense che ben ricordava com’era Como 5 anni fa.

Una cosa è certa: ci vorranno almeno ancora 3 anni e mezzo prima che vengano completati i lavori per la realizzazione delle paratie antiesondazione e di abbellimento del lungolago di Como. Lavori che, in base al primo cronoprogramma quando era stata posata la prima pietra del cantiere, avrebbero dovuto concludersi entro il 9 marzo scorso. Invece, sei mesi dopo quel 9 marzo non solo non sono stati ultimati i lavori del primo lotto, ma anche quelli del secondo lotto sono in divenire. Quindi, per il quarto anno consecutivo Como si è trovato nel bel mezzo della sua stagione turistica senza la sua più accattivante passeggiata, definita da tutti come una delle passeggiate più belle e più romantiche del mondo.

Una volta è colpa del “muro della vergogna”, una volta, come ora, è colpa di un dissesto idrogeologico che ha scombussolato la trazione di una palancola, ovvero di un attrezzo di grande importanza per l’equilibrio idrico tra monte e valle, quindi tra lago e città. Sta di fatto che i comaschi sono ancora una volta preoccupati perché questo nuovo inconveniente potrebbe procrastinare ulteriormente la fine dei lavori.

«Non solo la scalinata - aggiunge Roberto Cassani, titolare dell’Hotel Metropole & Suisse, uno degli alberghi più prestigiosi e storici di piazza Cavour - ma anche la sede stradale ha avuto dei cedimenti che abbiamo riscontrato in fessurazioni anche nel nostro hotel. Sto ancora aspettando risposte serie sul risarcimento». E anche i turisti sembrano molto perplessi.