Cantù, 24 marzo 2011 - Se n'è andato in punta di piedi, com’era sempre vissuto il “sciur Aldo”, scortato da quei corazzieri buoni che sono i ragazzi della Pallacanestro Cantù, quei giovani che lui portava nel cuore e che aveva fatto diventare campioni insegnando loro la passione e il rispetto per uno sport dove si vola ma si può anche cadere, proprio come la vita. Lui gigante tra i giganti, la più luminosa tra i campioni della “Piazza delle Stelle” che la città ha voluto dedicare nel 2006 agli eroi della palla a spicchi, aveva seguito i suoi ragazzi del basket fino a maggio dell’anno scorso, poco prima di quell’incidente domestico, una brutta caduta, che l’aveva ridotto in coma. Così quell’uomo mite e straordinario che per tutta la vita non aveva mai disertato una partita della sua Cantù, si chiamasse Oransoda, Levissima, MobilGirgi o Bennet, improvvisamente era stato costretto all’immobilità in un letto d’ospedale.

In questi mesi non ci sono stati miglioramenti e anche l’ultima speranza, purtroppo, si è spenta nel tardo pomeriggio di ieri, quando Aldo Allievi se n’è andato per sempre, a 83 anni di età. Il binomio tra il “sciur Aldo”, come la curva dei tifosi l’ha sempre affettuosamente chiamato, e Cantù nasce nel 1956, quando al fianco della famiglia Casella, entra nel mondo del basket cittadino. In quel 1956, il commendator Ettore Casella decise di sponsorizzare la squadra di pallacanestro con il marchio Oransoda. Due anni dopo, Casella acquistò la Pallacanestro Cantù e Aldo Allievi ne divenne il presidente per due anni, fino al 1960.

Alla scomparsa di Casella, nel 1967, la carica di presidente venne assunta dal figlio Erminio fino al 1969 quando numero uno divenne Aldo Allievi, che nel frattempo ne era diventato anche il proprietario unico. La sua avventura nel basket fu subito ripagata dai risultati. In panchina prima Borislav Stankovic, quindi Arnaldo Taurisano con la collaborazione di Raffaele Morbelli. Erano gli anni in cui Cantù era la fucina dei grandi campioni del basket italiano: Pier Luigi Marzorati, Carlo Recalcati, Antonello Riva, Fabrizio Della Fiori e molti altri ancora. Merito ancora una volta di un colpo di genio del “sciur Aldo” che dal nulla si inventò il College Cantù, dove i giovani più promettenti provenienti da tutta Italia arrivavano per perfezionarsi con la palla ma anche per ottenere una formazione e un titolo di studio.

Grazie a questo eccezionale vivaio Cantù salì per ben due volte sul tetto del mondo: in totale sotto la sua gestione conclusasi nel 1994 sono arrivati tre scudetti, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, quattro Coppe delle Coppe, quattro Coppe Korac e 13 dei 15 scudetti giovanili. Una gestione di tipo familiare, che è stata parte del successo della società, come nel 1983 quando Aldo Allievi riuscì ad allestire la sua squadra di Serie A con due americani e otto italiani cresciuti tutti nel proprio settore giovanile. In un mondo dello sport dove spesso i risultati contano più delle persone Aldo Allievi rimane prima di tutto un grande uomo, uno che quella palla l’ha vista sempre volare e mai cadere. L’addio al grande patron della Pallacanestro Cantù si terrà nel pomeriggio di venerdì, alle 15.30 nella chiesa di San Michele, quando ad accompagnare “sciur Aldo” ci saranno tutti quei ragazzi che lui ha visto crescere e trasformato in campioni.

I “suoi” ragazzi della Bennet Cantù scenderanno in campo con la fascia nera al braccio e manterranno un minuto di silenzio prima di giocare domenica in trasferta contro Sassari, dedicando la partita all’uomo che in 38 anni ha saputo trasformare una bella realtà di provincia in una delle squadre più forti e titolate del mondo. Idealmente insieme a loro in campo ci saranno anche tanti ragazzi di ieri, campioni del calibro di Pierluigi Marzorati, Fabrizio Della Fiori, Carlo Recalcati, Antonello Riva, Giuseppe Bosa, Denis Innocentin, Alberto Rossini, Angelo Gilardi e Alessandro Zorzolo tutti giovani per i quali il “sciur Aldo” era un esempio, un punto di riferimento, un padre. «Oggi è una giornata molto triste per tutto il mondo dello sport e per noi tutti, se ne va un grande uomno» commenta commosso Pierluigi Marzorati che di Aldo Allievi era diventato, smessa la casacca di giocatore, anche il genero. In lutto anche la città di Cantù. «Un uomo straordinario che mi ha aiutata quando c’è stato da risolvere il problema del palazzetto – lo ricorda il sindaco, Tiziana Sala – è grazie all’esempio di persone come lui se la nostra città è conosciuta in tutto il mondo».