Tragico assalto al treno della Croce Rossa: Merone non dimentica

Una mostra ricorda il saccheggio del convoglio che costò la vita al capostazione Mario Costantino, linciato dalla folla

Un particolare del dipinto celebrativo dell’evento

Un particolare del dipinto celebrativo dell’evento.

Merone (Como), 16 settembre 2018 - Anche se sono trascorsi ormai 75 anni a Merone c’è ancora qualcuno che si ricorda dell’assalto al treno della Croce Rossa che costò la vita al capo stazione Mario Costantino, linciato dalla folla che cercava di arraffare tutto quel che poteva dal convoglio fermo sui binari. Una storia quasi dimenticata riportata alla luce grazie a un’accurata ricerca compiuta dalla biblioteca comunale e dal professor Antonio Molteni, che hanno raccolto le testimonianze dei sopravvissuti e le annotazioni lasciate dal parroco dell’epoca, don Mario Caldirola. Lavoro sfociato in una mostra di foto e reperti visitabile all’interno del municipio. Pochi giorni dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943 un treno, entrato in Italia dalla Svizzera per consegnare pacchi ai prigionieri di guerra inglesi internati nel campo di prigionia di Grumello al Piano venne indirizzato per proteggerlo alla stazione delle Ferrovie Nord di Merone dopo essere stato per alcuni giorni all’Oltolina di Asso e a Erba.

Siccome il campo di Grumello era stato svuotato le derrate non potevano essere consegnate, ma lo stesso la voce di questo convoglio contenente grandi tesori che nessuno avrebbe reclamato si sparse velocemente di casa in casa fino a raggiungere i paesi vicini. A Merone il 14 settembre del 1943 si radunarono in tantissimi. In pochissimo si scatenò il saccheggio. Intervennero dei soldati tedeschi e i carabinieri. Negli scontri che ne seguirono il capostazione, Mario Costantino, perse la vita. Nei pacchi c’era un po’ di tutto: il latte condensato ad esempio fu da molti scambiato per vernice e usato come tale: furono i gatti e le mosche a spiegare di cosa si trattasse. Il dentifricio in polvere fu invece utilizzato come schiuma da barba. Molti passarono delle brutte giornate facendo una scorpacciata di cioccolata purgante. «Mi sono spaventata moltissimo – ricorda Luigia Borgonovo che all’epoca dell’assalto aveva dodici anni e viveva con la famiglia di fronte alla stazione – si sentivano urla da ogni dove e poi ad un certo punto ho sentito un colpo di pistola, probabilmente quello che ha ucciso il capostazione Mario Costantino. Davanti alla stazione era pieno zeppo di carretti, carrozze, chi veniva con il carrettino, chi con quel che aveva».