2009-04-30
— ERBA —
UN’AULA piccola, senza gabbie e senza imputati, due avvocati e un pubblico ministero davanti a un solo giudice. Ieri è iniziato il dibattimento per la lite di cortile che sarebbe stata la causa scatenante della strage costata la vita a quattro persone. Il processo è iniziato davanti al Giudice di Pace di Erba Elisabetta Reitano e riguarda la lite avvenuta tra Raffaella Castagna, Olindo Romano e Rosa Bazzi il 31 dicembre 2005. Una discussione che, secondo quanto riportato da Raffaella nella querela presentata a suo tempo, sarebbe culminata nell’aggressione di una delle vittime della strage da parte dei due vicini di casa. La giovane li accusava di lesioni per averle provocato una leggera ferita a un gomito, ma in realtà si trattava dell’ennesimo episodio di lite di vicinato tra i Romano e Raffaella Castagna. La prima udienza venne fissata il 13 dicembre 2006, due giorni dopo la strage: i testimoni chiamati a riferire su quell’episodio erano, oltre alla stessa Raffaella, sua madre Paola Galli, un’altra delle vittime della strage assieme al figlio di Raffaella, Youssef Marozuk, e alla vicina di casa Valeria Cherubini.

LA COSTITUZIONE di parte offesa non era ancora avvenuta, ma la Castagna pare che avesse dichiarato di voler chiedere dai tremila ai cinquemila euro di risarcimento danni. Dopo una serie di rinvii motivati dalla necessità di terminare il processo in Corte d’Assise, terminato a novembre con la condanna all’ergastolo di entrambi i coniugi, ieri si è entrati nel vivo del dibattimento. L’unico testimone citato e ascoltato è un ex vicino di casa, che ha dichiarato di aver sentito alcune frasi della discussione che stava avvenendo nel cortile, di aver riconosciuto le tre voci ma di non aver visto nulla. In sostanza ha confermato la discussione, una delle tante che avvenivano nel cortile.
Il processo è stato rinviato al 13 luglio per valutare la possibilità di fare interrogare Rosa e Olindo, trasferendoli dalle carcere di Parma e Vercelli dove sono attualmente detenuti. Paola Pioppi