2008-04-01
di MAURIZIO MAGNONI
— COMO —
DA IERI le spoglie di monsignor Teresio Ferraroni, l'arcivescovo emerito della Diocesi di Como, scomparso lo scorso 4 settembre, riposano per sempre nella Basilica di Sant'Abbondio. Monsignor Ferraroni è stato tumulato ieri mattina nel sepolcro all'interno della quasi millenaria Basilica e riposa accanto a monsignor Felice Bonomini, il 111° vescovo della Diocesi Comense di cui Ferraroni fu prima coadiutore e poi successore dal novembre 1974 al maggio 1989.

NEL SUO TESTAMENTO spirituale monsignor Ferraroni ha lasciato palese la sua volontà di essere sepolto a Sant'Abbondio. Dalla sua morte, avvenuta a 93 anni a Lecco quasi sette mesi fa, si è messa in moto una consistente macchina burocratica. A livello di Consiglio episcopale non ci sono mai stati problemi per esaudire il volere del cescovo emerito, ma a livello istituzionale è stato tutto molto più difficile. Ci ha pensato il consigliere comunale di Como Gian Maria Quagelli che, su mandato del sindaco, Stefano Bruni, ha ottenuto, dopo lunghi iter, tutti i permessi dall'Asl, dall'Arpa, dalla Sovrintendenza alle Belle Arti, dal Ministero dei Beni culturali, per la definitiva sepoltura di monsignor Ferraroni in uno dei massimi templi della cristianità lariana.

DAL 7 SETTEMBRE scorso, giorno dei solenni funerali celebrati in Duomo dal cardinale Dionigi Tettamanzi, la salma di Monsignor Ferraroni è stata collocata provvisoriamente, fino a ieri, nella Cappella dei Canonici del Duomo presso il cimitero monumentale. Ieri mattina, in gran segreto, proprio per motivi di sicurezza e di igiene, la salma è stata trasportata ed inumata nel sepolcro di Sant'Abbondio. La tomba è rimasta scoperta fino alle 17 quando è poi stata ricoperta dalla lapide marmorea sulla quale, in latino e in italiano, è stata scolpita l’epigrafe.

LA TOMBA è stata benedetta ieri nel tardo pomeriggio dal vescovo monsignor Diego Coletti, nel corso della solenne celebrazione eucaristica dell'Annunciazione, quest'anno posticipata in quanto la ricorrenza del 25 marzo cadeva nell'Ottava di Pasqua. Un rito nel rito, in quanto, proprio per l'occasione dell'Annunciazione, non era possibile celebrare una messa di suffragio. La benedizione della tomba alla presenza dei canonici del Capotolo del Duomo e di diverse decine di sacerdoti diocesani.
Inevitabile un breve ricordo di monsignor Ferraroni da parte di monsignor Coletti: «Conobbi don Teresio quasi 40 anni fa ed io, giovane prete, lo vedevo prevosto a Sesto San Giovanni in anni difficili e tesi; è sempre stato capace di dispensare parole e scelte nel nome del Vangelo. Una guida che non mi ha e non mi abbandonerà mai».