È la scelta da fare. E lasciamo fuori le beghe elettorali

Milano - In clima di campagna elettorale è un’occasione troppo ricca per non cavalcarla. E così, dopo la lettera inviata dal presidente dell’Abi Antonio Patuelli al premier Mario Draghi perché l’Italia si candidi a sede dell’Autorità per l’antiriclaggio, il tema è entrato di prepotenza nella sfida per le comunali di Roma. A rompere il ghiaccio, il deputato e candidato alle primarie della coalizione del centrosinistra per il Campidoglio Roberto Gualtieri: «Ci metteremo da subito al lavoro con il governo su questo tema, che costituisce un’opportunità importante per Roma e al tempo stesso un doveroso riconoscimento per la Capitale del Paese leader in Europa nell’azione contro il riciclaggio e il finanziamento al terrorismo». Poi anche la sfidante fronte Cinque Stelle, Virginia Raggi, ha fatto sapere di essere pronta a chiedere ufficialmente che la sede dell’Authority, oggi a Londra, sia portata a Roma.

Scelta condivisa anche da Antonio Tajani (Forza Italia), perché «qui c’è la Banca d’Italia che già si occupa ovviamente dell’antiriciclaggio». Per tutto questo è molto significativa la presa di posizione di Giuseppe Sala che, schierandosi controcorrente, appoggia la proposta lanciata dal «Giorno». Cioè di candidare Milano, per ragioni facilmente individuabili e condivisibili. Milano, osserva fra l’altro Sala, «è la riconosciuta capitale economica del Paese ed è un centro finanziario internazionale di grande esperienza e vitalità». E poi: «La cultura della legalità e la lotta alla criminalità contraddistinguono la nostra città». Come già scritto su queste pagine, non è una questione di campanile, ma di merito. Ed è anche un’occasione per risarcire, se così si può dire, Milano e il suo prestigio internazionale dopo le scelte infelici che negli scorsi anni l’hanno penalizzata, come nel caso dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco, finita ad Amsterdam forse per una certa distrazione da parte del governo di allora. L’idea di candidare Milano piace al sindaco Sala e anche a Alessandro Spada, presidente di Assolombarda. Un ottimo punto di partenza per far sentire la nostra voce.