Oltre la verità processuale non si può andare

Di sicuro si è giunti a una verità processuale, l’unica alla quale possono arrivare dei giudici

Milano, 17 ottobre 2018 - 

LETTERA

Sarà suggestione, ma dopo tanto parlare e discutere alla fine la conclusione del processo a Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio qualche dubbio lo ha lasciato. Nulla toglie all’orrore per l’uccisione di una ragazzina, ma è altrettanto vero che da quando si è arrivati alla svolta nelle indagini è stato un crescendo di discussioni e dubbi sulle ricostruzioni fatte dell’omicidio e alla fine qualche domanda è rimasta comunque in sospeso. Insomma, una conclusione inquietante, come inquietante è stato questo caso. Sergio, Milano

RISPOSTA

Di sicuro si è giunti a una verità processuale, l’unica alla quale possono arrivare dei giudici. Se ci saranno estremi per riaprire il caso di sicuro gli avvocati del carpentiere lo faranno e se emergeranno elementi probanti non potranno che essere tenuti in considerazione. Quanto al fatto che un processo per omicidio sia diventato una sfida tra innocentisti e colpevolisti che ha avuto grande spazio mediatico non si può negare che così sia stato, ma nessuno può invocare penalizzazioni. Tutti hanno recitato il proprio ruolo fino in fondo, usando tutti i mezzi a disposizione. Alla fine quelle tracce di Dna sono state determinanti, nessuno ha cercato a tutti i costi un colpevole. Se di questa vicenda si dovrà ancora parlare c’è da augurarsi che lo si faccia sulla base di atti e prove, non di ipotesi suggestive. Altrimenti valga il silenzio, quello tenuto dai coniugi Gambirasio. ivano.costa@ilgiorno.net