La pistola elettrica per scongiurare l’uso dei proiettili

Il taser non è immune da rischi, ma il modello in dotazione alle forze dell’ordine italiane è meno “potente” di quello in uso in America

Milano, 7 settembre 2018 -

DOMANDA:

Caro direttore, ora la polizia e i carabinieri hanno a disposizione anche la pistola elettrica. Dovrebbe servire, secondo chi ha deciso di offrire questa dotazione alle forze dell’ordine, a intervenire senza con questo mettere in pericolo la vita di violenti e facinorosi. Però leggo che neppure il taser, così si chiama, è immune da rischi. E mi chiedo se, alla fine, non si dimostri controproducente per l’ordine pubblico e per gli stessi operatori. Davide G., Milano

RISPOSTA:

Il taser, la pistola elettrica, è in via di sperimentazione in 12 città. Spara contro il bersaglio una scarica elettrica che, nel migliore dei casi, è in grado di immobilizzare l’obiettivo per più di cinque secondi, il tempo necessario a scongiurare conseguenze peggiori. Non è immune da rischi, ma il modello in dotazione alle forze dell’ordine italiane è meno “potente” di quello in uso in America. Inoltre tutti gli operatori sono stati adeguatamente addestrati e sanno che è meglio cercare in tutti i modi di non colpire il petto o il collo. Lei ha ragione: i pericoli ci sono. Ma sono di gran lunga inferiori a quelli che comporta l’uso di una pistola tradizionale. E, ne sono certo, i nostri poliziotti e i nostri carabinieri sapranno usare il taser nel migliore dei modi. Solo quando le alternative porterebbero conseguenze peggiori. E comunque soprattutto come deterrente. sandro.neri@ilgiorno.net