Rogoredo e gli ostaggi dello spaccio

Pusher e drogati sono tornati e tengono sotto scacco la zona. Uno spettacolo vergognoso in una Milano che lavora alla ripresa

LETTERA

Caro Direttore, vivo a Rogoredo. Ho letto l’inchiesta uscita sul "Giorno". Purtroppo confermo che la situazione è totalmente fuori controllo. Spacciatori e drogati sono tornati a farla da padrone, a poche centinaia di metri dal celebre boschetto della droga che si credeva bonificato.

RISPOSTA

La bonifica, come la chiama lei, del cosiddetto boschetto dell’eroina c’è stata. Il problema è che la piazza dello spaccio a cielo aperto si è spostata di poche centinaia di metri, in direzione dell’estrema periferia. Lì i residenti sono costretti ad assistere ai soliti, noti spettacoli: decine di tossicodipendenti a caccia di eroina a prezzi stracciati; giovani che si bucano davanti a tutti. E spacciatori che fanno i loro affari sotto gli alberi e vedette che controllano gli accessi all’area diventata ormai di loro totale appannaggio. È uno spettacolo vergognoso, sul quale è giusto tenere i riflettori accesi. Con la speranza che le inchieste giornalistiche e l’attenzione dei media smuova le istituzioni perché intervengano con decisione e pongano fine a questa incresciosa situazione. Un quadro indegno per una Milano che si prepara alle Olimpiadi invernali e lavora alla ripresa dopo la crisi legata al Covid. Non solo. A Rogoredo si è registrato anche un morto. Probabilmente un tossicodipendente investito dal treno. È l’ennesimo segnale che indica quanto la situazione vada affrontata subito e seriamente. sandro.neri@ilgiorno.net