Smart working, nuova frontiera: verso una legge europea

l massiccio ricorso allo smart working ha prodotto una crescita ragguardevole dell’economia digitale e ha consentito, anche durante la pandemia, lo svolgimento di moltissime attività professionali

Milano, 26 gennaio 2021 - ll massiccio ricorso allo smart working ha prodotto una crescita ragguardevole dell’economia digitale e ha consentito, anche durante la pandemia, lo svolgimento di moltissime attività professionali. La settimana scorsa il Parlamento europeo, con un’iniziativa legislativa votata a stragrande maggioranza, ha esortato la Commissione a elaborare una legge per disciplinare al meglio gli aspetti del lavoro agile. L’aspetto più controverso riguarda il cosiddetto diritto alla disconnessione digitale, cioè il diritto di chi lavora da casa di spegnere il cellulare e il computer fuori dell’orario di lavoro. Secondo una ricerca di Eurofound, le persone che lavorano da casa hanno più del doppio delle probabilità di lavorare oltre le 48 ore settimanali rispetto alle persone che lavorano in ufficio.

Quasi il 30% dei telelavoratori dichiara inoltre di lavorare nel proprio tempo libero tutti i giorni o più volte alla settimana, a fronte del 5% di coloro che lavorano in ufficio. La normativa invocata dall’assemblea di Strasburgo dovrebbe stabilire i requisiti minimi per il telelavoro e fare chiarezza su orari di lavoro e sui periodi di riposo. Il diritto di “staccare la spina” è l’antidoto al “sempre on line”, che ha caratterizzato il lockdown e il rapporto tra imprese e lavoratori. Il telelavoro è stato prezioso nel 2020 per scongiurare il rischio della paralisi di molte attività, ma ha anche accresciuto ansia, depressione e disturbi fisici e mentali. Di qui la necessità di normative chiare e di accordi collettivi tra le parti sociali.