Una scuola (e un Paese) senza fondamenta

Ovunque, per rimanere nel solo ambito scolastico, si sono verificati problemi strutturali e piccoli cedimenti. Una situazione pericolosissima per alunni e studenti.

Milano, 20 settembre 2018 -

DOMANDA:

Caro direttore, questa volta ci siamo superati. Praticamente abbiamo chiuso una scuola prima che iniziasse ad ospitare l’attività didattica. Del resto, il sospetto degli investigatori mette i brividi: pur di risparmiare sui costi di costruzione, in fase di realizzazione il materiale necessario a costruire le fondamenta sarebbe stato lesinato in quantità del tutto insufficienti. Una cosa scandalosa. Giovanna V., Lissone

RISPOSTA:

Quel che mi rattrista è che non impariamo mai le lezioni dagli sbagli del passato, dagli errori già compiuti. Ricordate il terremoto di San Giuliano di Puglia, con quella scuola che di fatto implose su se stessa? Bene, concretamente poco se non nulla è cambiato nell’impianto dell’edilizia scolastica attuale. Ovunque, per rimanere nel solo ambito scolastico, si sono verificati problemi strutturali e piccoli cedimenti. Una situazione pericolosissima per alunni e studenti. Ma arrivare di fatto a progettare una scuola senza fondamenta per risparmiare qualche migliaio di euro, beh, questo è al di fuori di ogni regola, fosse anche un banalissima regola di comune e reciproco rispetto. Confido un accertamento rapido della verità. Così che se davvero c’è chi ha sbagliato, questi possa per una volta essere punito con la necessaria (oltreché doverosa) celerità. sandro.neri@ilgiorno.net