Trasporti pubblici. Uno sciopero non porta a nulla

Lei, come me, sa che il diritto di sciopero è garantito dalla nostra Costituzione

Milano, 7 marzo 2018 - A

LETTERA

Caro direttore, le elezioni ci sono state, il governo forse lo faremo, il terremoto politico è in corso eppure vedo che non cambia nulla. Leggo sul vostro sito che è stato proclamato un altro sciopero dei trasporti pubblici per giovedì. Ma come? A poche settimane dalla tragedia ferroviaria di Pioltello? A pochi giorni del ko per neve, con la stazione Termini a Roma paralizzata e la Centrale di Milano obbligata a gestire centinaia di convogli con paurosi ritardi? Non è questo il momento di scioperare, secondo me. Giovanni Z., da ilgiorno.it

RISPOSTA

Lei, come me, sa che il diritto di sciopero è garantito dalla nostra Costituzione. E che dunque va rispettato. Purché quello deciso non sia uno sciopero selvaggio e purché, quando riguarda settori particolari come quello dei trasporti, sia preventivamente comunicato e sottoposto a una serie di ragionevoli condizioni. Detto questo, il suo punto di vista è stimolante. E sono d’accordo su una cosa: lo sciopero diventa in qualche modo accettabile se, quando non si sciopera, il livello dei servizi erogati è all’altezza di un paese civile. Detto in altre parole: io posso anche accettare un giorno di stop ai treni per una rivendicazione salariale, ma tutti gli altri giorni dell’anno voglio poter viaggiare in sicurezza, con puntualità, in assoluta comodità. Non è quello che accade in Italia, se non sbaglio. E questo dovrebbe farci riflettere. sandro.neri@ilgiorno.net