I ragazzi cambiano il clima

Così tanti ragazzi in piazza non si vedevano da anni. Poco importa se siano stati più o meno di centomila a Milano, quel che conta è il messaggio

Milano, 16 marzo 2019 -

DOMANDA:

Ho sempre guardato con un po’ di diffidenza i cortei degli studenti. Non solo perché ai miei tempi la parola sciopero non era così usata, ma perché in alcune occasioni mi sembravano dei riti stanchi che si dovevano per forza ripetere: non funziona il riscaldamento? Tutti in piazza. O meglio tutti fuori, poi c’era chi manifestava e chi si faceva gli affari suoi. Invece la grande mobilitazione per l’ambiente devo dire che mi ha sorpreso e mi sono accodato anch’io. I ragazzi hanno ragione, seguiamoli. Roberto, Milano

RISPOSTA:

Così tanti ragazzi in piazza non si vedevano da anni. Poco importa se siano stati più o meno di centomila a Milano, quel che conta è il messaggio: questi giovani e giovanissimi che hanno accolto tanti consensi alla fine hanno chiesto conto ai “grandi”, non solo dal punto di vista anagrafico, di cosa stanno facendo per questo pianeta. Se dovevano gestirlo in vista della restituzione del prestito alle nuove generazioni, la loro missione è fallita. Tempo scaduto. Pur tra tanti colori e slogan il richiamo a riprendere possesso del proprio futuro è stato chiaro e perentorio. Così come è stato chiaro che questa marea di manifestazioni in oltre mille città di 82 Paesi, nasce da un movimento che non ha spinte politiche. Quindi inutile che i politici cerchino di cavalcare l’onda condividendo o criticando. Questa volta devono solo comprendere il messaggio e rendersi conto che i giovani hanno un’idea del mondo diversa dalla loro. Meglio che si adeguino in fretta. ivano.costa@ilgiorno.net