Rsa, l’ora della retta più cara

Con quello che è accaduto, si era già giunti alla conclusione che Rsa e servizi agli anziani dovevano cambiare

LETTERA:

Non voglio sollevare dubbi, tutto sarà giustificato da maggiori costi dettati dalla situazione che stiamo vivendo, ma sarebbe opportuno che si raccontasse dei rincari delle rette Rsa. Oggi che si gioca al risiko dei “fondi perduti” per questo o quel settore non ci si dimentichi anche di quello dell’assistenza. Dante M., Milano

RISPOSTA:

Con quello che è accaduto, si era già giunti alla conclusione che Rsa e servizi agli anziani dovevano cambiare. Non solo per questioni di spazi e numeri, ma per necessità di fornire servizi di assistenza sempre più qualificati. In questo lasso di tempo che ha fatto seguito allo sblocco del “tutto chiuso”, questo tema è tornato in secondo piano, ma sull’economia delle famiglie che già fanno i conti con l’incertezza pesa. Perché il conto per “ospiti” e parenti continua a lievitare. Secondo il sindacato in Lombardia si arriva a pagare un minimo di 18mila euro all’anno e in questa fase le rette giornaliere stanno subendo ritocchi da 2 a 8 euro che nel corso di un anno fanno una bella cifra che gran parte dei degenti, visto il tenore delle pensioni in Italia non può certo permettersi di onorare senza l’aiuto della famiglia. E siccome piove sempre sul bagnato, le fasce più deboli sono quelle che ci rimettono maggiormente. Tra i tanti controlli da fare quello sui rincari in questo settore sarebbe meglio farlo e intervenire, giusto per evitare altre tensioni. ivano.costa@ilgiorno.net