Una mancia e la coscienza è tranquilla

Chissà che la Procura riesca a portare ordine e controllo in un settore selvaggio e poco urbano

Milano, 1 ottobre 2019 - 

LETTERA

LA PROCURA di Milano vuole vederci chiaro sui rider che consegnano cibo? Vuole verificare questioni igieniche del trasporto ed eventuali condizioni psicofisiche dei pedalatori? Era ora. A parte la tristezza che fanno questi ragazzi accampati fuori dai locali, è anche fuori discussione che c’è bisogno di regole più restrittive. In attesa, se qualcuno in piena notte viene colto da improvvisa voglia di “leccornie” può sempre uscire, con la bella app del Comune prende a noleggio una bicicletta va a mangiarsi quel che vuole poi torna a casa pedalando e aiutando la digestione. Del resto non viviamo nella città che corre? Giorgio P., Milano

RISPOSTA

UN’EMERGENZA può anche capitare, ma il fatto che sia diventata consuetudine al punto da innescare una mareggiata di portatori di cibo in concorrenza tra loro è il segno che si sono superati i limiti della decenza e dei controlli. Della decenza perché chiaramente i rider che si affannano a pedalare magari per consegnare una vaschetta di gelato li trovi in centro non certo in periferia a Milano, dei controlli perché dopo il caso Foodora tutto nella trendy Milano è tornato come prima. Dalle pizzerie, ai kebab, ai ristoranti, ai fast-food alle gelaterie: gruppetti di più o meno giovani con bici più o meno moderne pronti a scattare su pedali per portare a destinazione pasti, cene o dessert contando più sulle mance che sul reale guadagno della consegna. Servizio non certo richiesto da anziani soli o costretti a letto per cui quanto sia “indispensabile” è solo a misura di vanità del richiedente. Chissà che la Procura riesca a portare ordine e controllo in un settore selvaggio e poco urbano. ivano.costa@ilgiorno.net