Ridare valore al cibo

C'è voluto il virus per riscoprire l'importanza e il rispetto per quello che portiamo a tavola

Dicono che abbiamo la cultura del cibo, allora come si spiega che ognuno di noi ne spreca circa trenta chili all’anno? Quando si dice che dobbiamo cambiare anche molti comportamenti nel nostro vivere quotidiano, sarebbe fondamentale partire dal frenare questo spreco. Giacomo B., Como

RISPOSTA

Talmente ossessionati che abbiamo finito col perderne il rispetto, togliendoli il valore di fatica e di gratificante riconoscimento, per confinarlo a mera questione di consumo “bulimico”. C’è voluto il virus per riscoprire l’importanza e il rispetto del cibo. Forse perché ci ha costretti di più in casa, certo perché ci ha toccato nel portafoglio, il 2020 si è chiuso con un calo del cibo sprecato: 27 i chili buttati da ciascun italiano, oltre mezzo chilo a settimana, nel 2019 andò decisamente peggio con oltre 30 chili di spreco. Può anche sembrare ben poca cosa, ma questa gestione più oculata ha significato 220mila tonnellate di cibo salvato e un risparmio, visto che in questo periodo si è molto sensibili ai conti, di 376 milioni a livello nazionale da usare per altro. Su questo dato non “pesano“ tasse o ingerenze dello Stato, è un’economia domestica capace di generare un circolo virtuoso per arrivare a un giusto consumo. Sarebbe interessante sfruttarne ancora di più le potenzialità negli anni a venire e come genere umano saremmo più sostenibili per chi ci ospita.