Il virus della sfiducia ai seggi

Si vota fino a oggi pomeriggio alle 15, quindi c’è ancora tempo per recuperare i livelli di affluenza che sono parsi bassi durante la giornata di domenica

Milano, 21 settembre 2020 -

DOMANDA:

Caro Direttore, si temeva l’effetto Covid sulle urne. La sensazione è che la gente finora abbia votato in un numero ridotto rispetto al passato. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha detto che è il prodotto della paura di prendere il coronavirus. Io però non ci credo: la colpa della disaffezione alla politica. Gabriella, da ilgiorno.it

RISPOSTA:

Si vota fino a oggi pomeriggio alle 15, quindi c’è ancora tempo per recuperare i livelli di affluenza che sono parsi bassi durante la giornata di domenica. Ma il problema di fondo resta. Contro il coronavirus i seggi hanno saputo organizzarsi. Stavolta abbiamo vissuto l’esperienza delle matite copiative disinfettate con l’alcol, dei percorsi divisi per chi entrava e usciva dalle sezioni, di presidenti e scrutatori in mascherina e guanti e del gel disinfettante disonibile dovunque. Contromisure che hanno funzionato anche se qualcuno si è spaventato ugualmente. Più difficile, invece, tenere lontano dalle urne un altro pericoloso virus, quello del distacco fra gli elettori e la politica. Qui, decenni di promesse e cure non hanno sortito effetti miracolosi. Molti sono talmente sfiduciati da non prendere neppure in considerazione la proposta di ridurre i parlamentari. Semplicemente disertano le sezioni elettorali. Anche scegliere fra il sì e il no è un atto di fiducia. In molti non si sentono di compierlo. sandro.neri@ilgiorno.net