Reati ambientali, troppe norme sono un ostacolo

Nel 2016, su 10.320 fascicoli aperti, solo 5.633 sono poi sfociati in azioni penali, gli altri si sono conclusi in un nulla di fatto

DOMANDA:

SI PARLA sempre poco di reati ambientali che qui in Lombardia non sono poi così rari. Vivo in una zona, quella del Pavese, dove qualche scandaluccio soprattutto per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti c’è stato. Di molti ho visto e letto l’annuncio della serie “indagine choc”, ma di pochi ho visto e letto l’esito. In compenso ogni tanto qualche area brucia e c’è il sospetto del dolo. Nicola, Pavia

RISPOSTA:

IN ITALIA del tema ambiente tanto si parla e poco si fa. Lo dimostra l’ultimo rapporto dell’Istat in tema di ecoreati. I procedimenti avviati per queste violazioni sono aumentati nel corso del tempo, ma di pari passo è aumentata anche l’evanescenza delle indagini. Nel 2016, su 10.320 fascicoli aperti, solo 5.633 sono poi sfociati in azioni penali, gli altri si sono conclusi in un nulla di fatto. E questo dato fornisce un elemento di riflessione: una così alta percentuale di nulla di fatto sta forse a significare che le norme sono complesse e di riflesso, prestandosi a varie interpretazioni, sono difficili da applicare. Questo può anche spiegare la conclusione di indagini che partite magari con clamore finiscono in una contravvenzione e in tempi non esattamente brevi. Forse una semplificazione consentirebbe interventi più mirati e conclusioni in tempi più celeri considerato che la durata media delle indagini è di almeno un anno e mezzo. ivano.costa@ilgiorno.net