Folla a Milano: il balletto dell’ipocrisia

Gli eccessi vanno condannati ma non bisogna stupirsi: il colore giallo consentiva di uscire e i cittadini hanno esercitato un proprio diritto

LETTERA

Caro Direttore, ogni volta che siamo in emergenza la gente si riversa in strada senza preoccuparsi dell’aumento dei contagi e dell’allarme che ha riportato la Lombardia in arancione. Sulla Darsena a Milano sabato è arrivato un rave party con il dj e il lancio di bottiglie. Sono senza parole. Martina, da ilgiorno.it

RISPOSTA

Gli eccessi, come sempre quando sono tali, vanno condannati. E anche il mancato rispetto delle regole deve essere sanzionato, anche per stroncare l’effetto emulazione. Però, nel caso di quanto successo sabato alla Darsena, il Naviglio di Milano, dobbiamo dirci la verità. E cioè che se uscire all’aperto è lecito - lo prevede il colore giallo che fino a ieri sera era attribuito alla Lombardia - non ci deve sorprendere che i cittadini lo facciano, esercitando un proprio diritto prima ancora che una scelta di normalità. Sta alla sensibilità dei singoli evitare comportamenti pericolosi per sé e per gli altri. Ma non ha alcun senso lasciare la popolazione libera di muoversi per poi stigmatizzare la sua scelta di farlo. Non serviva un profeta per intuire che i giovani di Milano, in un sabato di sole, avrebbero puntato in massa ai Navigli e agli altri luoghi topici della movida. Invece di stupirsene il giorno dopo, sarebbe stato più utile allestire transenne il giorno prima e aumentare i controlli per scongiurare l’assembramento. Per chi si è rivelato irresponsabile, nessuna scusante; ma non criminalizziamo chi ha preso una boccata d’aria con gli amici in una situazione resa confusa dai continui cambi di colore.