Qui scappa a tutti di esternare

Impianti chiusi alla vigilia della ripartenza: il problema è il metodo. Lasciamoci alle spalle la corsa alle dichiarazioni

Diciamo che la partenza è risultata in salita, non solo per la situazione che stiamo vivendo quanto per il pasticcio sulla riapertura degli impianti da sci. Che la piega presa dai contagi per effetto delle nuove varianti fosse preoccupante si sapeva da giorni, perché non parlare prima?  Giorgio P., Milano

RISPOSTA

Neanche il tempo di prendere le misure degli uffici che è arrivato il colpo di coda di un qualcosa che si spera ci si possa mettere alle spalle. Impianti sci chiusi a scopo precauzionale. Normale che si alzi il malumore. Inutile dilungarsi sul tema, ma sul metodo c’è molto da dire. Si è iniziato a metà del pomeriggio di domenica con lanci di affermazioni via social, poi con mezze interviste, poi con il ministro che - tirato per la giacchetta - in serata precisa e alla fine in tarda serata nei soliti orari da “colpo di Stato” cui ci siamo abituati in questi ultimi mesi la firma dell’ordinanza. Che ci siano tanti esperti al capezzale del grande malato Italia è più che normale, meno normale che ognuno parli e predichi perché nel momento in cui lo fa ottiene solo uno scopo: dare una visione parziale senza sintesi politica e buttare benzina sul fuoco dell’insofferenza. Proprio quell’atteggiamento che, si spera, riesca ad evitare questo nuovo governo una volta prese le misure degli uffici.