I rischi per la privacy sui social

Il timore era noto, ma a confermarlo è la ricerca “Retail Transformation 2.0” dedicata al rapporto tra persone e tecnologie.

Milano, 9 gennaio 2020 - Oltre al rischio fake news, gli italiani vedono nei social un altro pericolo: quello di essere colpiti nella loro privacy. Il timore era noto, ma a confermarlo è la ricerca “Retail Transformation 2.0”, realizzata da Digital Transformation Institute e Cfmt, dedicata al rapporto tra persone e tecnologie.

Il 71% degli intervistati ritiene che i dati personali siano tutt’altro che al sicuro quando si naviga sui social. Nonostante gli sforzi dei colossi del web di proteggere con policy sempre più stringenti la riservatezza degli utenti, permane un diffuso scetticismo. L’utilità dei social network viene percepita dagli utenti come possibilità di acquisire informazioni su un prodotto o servizio in modo molto più semplice che in passato (86% degli intervistati), come possibilità di farsi un’idea sull’affidabilità di un venditore (74%) o su ciò che si vuole realmente acquistare (70%). Inoltre, il 6% degli utenti ritiene che la cura dei profili social da parte dei venditori sia sinonimo di serietà e di cura dei clienti. C’è però anche il rovescio della medaglia: il 76% teme per le recensioni false, spesso pilotate da chi vende un prodotto o un servizio. In definitiva le persone che usano i social pensano di conoscerli a fondo per il semplice fatto di avere un account.

Questa percezione distorta di consapevolezza, come chiariscono gli autori della ricerca, fa abbassare le difese dell’utente di fronte alla convinzione di sapere qualcosa, rendendo più vulnerabili valori come la privacy. Certo è che scandali come quello di Cambridge Analytica hanno comunque aperto gli occhi a moltissimi utenti.