Prima delle urne vanno sbrigate alcune pratiche

"Si sta ripetendo, sia pure in forme diverse, quanto accaduto nel 2013: non essendo uscito dalle urne un chiaro vincitore, si è dovuti arrivare a mediazioni e trattative estenuanti"

Milano, 15 maggio 2018 - 

LETTERA

CARO DIRETTORE, fare il governo con quello che è uscito dalle urne il 4 marzo oppure farlo secondo la volontà del presidente della Repubblica oppure andare a votare subito. Le tre opzioni sono rispettose dello spirito democratico quindi perfettamente valide ma, mentre le prime due sono accettate dall’opinione pubblica senza soverchio fastidio per il ritardo ormai accumulato, salvo il generico lamento “ 70 giorni persi”, l’ipotesi delle urne trova il paletto: non in luglio-agosto perché l’affluenza sarebbe bassa. Ercole Ferrario - Milano

RISPOSTA

SI STA RIPETENDO, sia pure in forme diverse, quanto accaduto nel 2013: non essendo uscito dalle urne un chiaro vincitore, si è dovuti arrivare a mediazioni e trattative estenuanti. Non c’era una strada in assoluto giusta o un’altra in assoluto sbagliata. Il Presidente della Repubblica ha cercato di evitare in tutti i modi un repentino ritorno al voto, cercando, come gli chiede la Costituzione, di individuare una soluzione in termini di governabilità. Se nascerà un governo Lega-Cinquestelle, frutto dell’accordo tra i partiti usciti comunque rafforzati dalle elezioni del 4 marzo, si potranno affrontare le emergenze soprattutto economiche che affliggono il Paese, ma per valutare le prospettive di tale esecutivo bisognerà aspettare. È evidente che in caso di fallimento resterebbero solo le urne, magari precedute da un governo di garanzia che porti il Paese rapidamente al voto anticipato. sandro.neri@ilgiorno.net