Se la politica litiga ancora sulla giustizia

In realtà, al di là delle differenze dichiarate e delle impostazioni ideologiche, l’intera classe politica è convinta della necessità di riformare il sistema giudiziario

Milano, 27 luglio 2021 - 

DOMANDA

Caro Direttore, tutti gridano allo scandalo per il funzionamento della Giustizia in Italia, ma quando è il momento di riformarla si alzano i muri, i veti, i sabotaggi. Ora che il governo è deciso a riformare i processi, con l’obiettivo di snellirli, ecco che lo scontro e le polemiche politiche rischiano di fermare tutto.  Angelo, da ilgiorno.it 

RISPOSTA

In realtà, al di là delle differenze dichiarate e delle impostazioni ideologiche, l’intera classe politica è convinta della necessità di riformare il sistema giudiziario. Lo vogliono le forze che sostengono la maggioranza e le voci dell’opposizione. E lo vuole, di fatto, anche il Movimento 5 Stelle, che pure, all’interno della compagine che sostiene l’esecutivo di Mario Draghi, è protagonista di un braccio di ferro col Guardasigilli, Marta Cartabia e appeso alla mediazione affidata a Giuseppe Conte. I grillini devono salvare la faccia. Cioè appoggiare la riforma dei processi, ma senza tradire palesemente la mission assunta con i propri elettori. Per questo il punto di caduta si è attestato sulla prescrizione e, in particolare, sulla sua applicazione nei processi per mafia. Il ministro Luigi Di Maio ieri si è detto a fianco di Conte in questa battaglia. La trattativa col governo, per altro, è in corso. Ma è un fatto che la riforma s’ha da fare. Ce la chiede l’Europa, in gioco ci sono i fondi del Recovery Plan. E c’è anche l’esigenza di modernizzare ulteriormente il Paese, assicurando un giusto processo ai cittadini. Giusto anche nelle tempistiche. sandro.neri@ilgiorno.net