Avanti con la Pedemontana

Difficile immaginare quale possa essere la sorte di alcuni investimenti, attualmente in progress

Milano, 25 maggio 2018 - Difficile immaginare quale possa essere la sorte di alcuni investimenti, attualmente in progress, che riguardano lo sviluppo della mobilità in Lombardia, per la realizzazione dei quali servono risorse pubbliche, prioritariamente governative. Mi riferisco alle Pedemontane lombarde, le quali sono a circa metà della loro definitiva apertura e che finora, nei tratti già realizzati, hanno riscosso un successo, inteso come numero di passaggi e quindi pedaggi, molto inferiore alle attese. Inoltre i progetti sono gravati da posizioni finanziarie particolarmente delicate, sanate con il contributo regionale e la buona volontà delle banche. Il sistema produttivo lombardo ha atteso decenni la nascita di questi percorsi autostradali. Ma adesso ancune produzioni, il cui terminale era Malpensa per avviarsi verso il mondo, si sono ricollocate oltre confine. I flussi turistici per ora non si sono ancora visti, ma si potrebbero vedere, visto che il flusso da Malpensa si veicola, tra treno e gomma, direttamente su Milano, prima meta di ogni turista che raggiunge l’hub della brughiera. Fatte tutte queste precisazioni, non ci sono vere ragioni per lasciare a metà i cantieri e mandare a gambe all’aria molte decine di aziende di medie dimensioni che ci stanno lavorando e dovrebbero continuare a farlo. Il tema del crollo degli investimenti pubblici, che ha portato al default centinaia di imprese del settore delle costruzioni, da solo rappresenta un motivo plausibile per evitare di interrompere i pochi cantieri in corso e in fase di espansione. La motivazione addotta dai Cinque Stelle, che non sta in piedi, è quella di ritenerle opere inutili, senza aver prima definito approfondimenti specifici sia sull’importanza del possibile futuro traffico, sia sulle problematiche per imprese e occupazione che ne deriverebbero. La mobilità fisica e quella virtuale sono elementi essenziali nella nostra stagione e lo saranno sempre di più. Nei prossimi anni è previsto l’arrivo in Italia di decine di milioni di cinesi, tutti affamati di Made in Italy, di cui una parte rilevante arriverà e partirà da Malpensa: già solo questo darebbe una motivazione valida per finire i collegamenti.