All'orso, all'orso. E la paura creò un mostro

Che dire? Una brillante operazione? No, solo la rivendicazione che l’uomo non sopporta animali che mettono in discussione la sua superiorità

Milano, 9 settembre 2020 - 

LETTERA

Inutile parlare di ambiente e biodiversità quando non siamo ancora in grado di sopportare o far fronte alla presenza dell’orso in montagna. La cattura di M49 con tutto lo strascico di discussioni suona come una sconfitta per tutti. Gianni A., Milano

RISPOSTA

Che dire? Una brillante operazione? No, solo la rivendicazione che l’uomo non sopporta animali che mettono in discussione la sua superiorità. E così M49, l’orso ribelle, è stato catturato e passerà alcuni giorni in isolamento prima di dedicarsi al suo naturale letargo. Quanto fosse necessario pigliarlo in questo periodo è tutto da dimostrare. Per chi ha condotto la brillante operazione la soddisfazione di aver liberato molti agricoltori da un incubo, per gli animalisti un atto gratuito, quasi un’inutile violenza. Ma sul risveglio di M49 nel centro dove resterà in “libertà controllata” pesa un’altra incognita. A furia di allarmi e fughe - come è normale che un animale selvatico tenti - M49 è diventato un esemplare “problematico” anche per i parametri europei e del piano per il reinserimento e la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi. Praticamente un “indesiderato” anche se non si è mai macchiato di attacchi all’uomo. Della serie: si è creato un mostro pur di ribadire una supremazia territoriale.