No al bullismo online

"Per capire la portata del fenomeno del cyberbullismo basta dare uno sguardo a qualche dato: sono 71mila i giovani lombardi tra i 15 e i 24 anni che hanno avuto almeno una volta esperienze dirette di bullismo in Rete. E si tratta di numeri in crescita"

La Lombardia non si è fatta trovare impreparata di fronte all’entrata in vigore della legge contro il cyberbullismo, pensata per tutelare soprattutto i più giovani dai pericoli della Rete. Ormai da anni nelle scuole lombarde si sta affrontando con attenzione il fenomeno, con la collaborazione di docenti e personale qualificato. La nostra regione ha inoltre dato vita ad iniziative concrete per combattere il bullismo online. Prima fra tutte la creazione di uno sportello attivo presso il Corecom Lombardia che – oltre a raccogliere le denunce da parte degli adolescenti e delle loro famiglie – permette di trovare soluzioni concrete per tutelare la web reputation digitale. Per capire la portata del fenomeno del cyberbullismo basta dare uno sguardo a qualche dato: sono 71mila i giovani lombardi tra i 15 e i 24 anni che hanno avuto almeno una volta esperienze dirette di bullismo in Rete. E si tratta di numeri in crescita. Secondo una ricerca realizzata nel 2016 da OssCom/Università Cattolica per il Corecom Lombardia, il 46% degli episodi di bullismo avviene di persona, il 36% via Facebook, il 27% su WhatsApp, il 19% con chiamate o sms sul cellulare, l’8% su Instagram, il 4% su Twitter, il 4% su Youtube e il resto su siti di videogiochi, Snapchat e Tumblr. Dai dati emerge, inoltre, che 230mila adolescenti milanesi conoscono almeno una persona che ha avuto problemi con reati telematici, mentre uno su cinque (22%) è stato almeno una volta coinvolto nel cosiddetto fenomeno del “sexting”, cioè ha ricevuto messaggi con parole, immagini o video a sfondo sessuale. Proprio i messaggi classificabili come “sexting” vengono diffusi per la maggior parte dei casi (53%) via Facebook, mentre il 35% è stato inviato su WhatsApp.

Tra il 2014 e il 2017, lo sportello “Web Reputation” attivo presso il Corecom ha raccolto segnalazioni e richieste di vario genere: dalle denunce di furto di identità e dati personali (46%) a richieste di cancellazione di contenuti offensivi (25%), o di rimozione di contenuti (foto o video) a sfondo sessuale (29% dei casi). Reati informatici che saranno anche il tema di un convegno – sempre promosso dal Corecom, presieduto da Federica Zanella – che si terrà il 31 maggio a Palazzo Pirelli, a Milano, e al quale prenderanno parte esperti del settore e rappresentanti delle istituzioni chiamati ad affrontare temi come la web reputation e la (difficile) tutela dei minori sui media, alla luce della nuova legge sul cyberbullismo. Una legge importante, va ricordato, che per la prima volta introduce la definizione stessa di “cyberbullismo” circoscrivendo il reato alla sfera informatica e permettendo anche alle giovani vittime di rivolgersi direttamente alle autorità per sporgere denuncia e chiedere che i contenuti lesivi vengano rimossi, anche senza che i genitori lo sappiano. Se la richiesta rimane inascoltata, la giovane vittima, stavolta con il proprio genitore, potrà rivolgersi al Garante per la Privacy che entro 48 ore dovrà intervenire. Un notevole passo avanti nella tutela dei minori, per evitare altre tragedie