Natura, arte, storia. Un regalo “sprecato”

A furia di sentir ripetere che ci sono grandi potenzialità ma non vengono sfruttate in modo adeguato

Milano, 12 dicembre 2018 - 

LETTERA

Siamo una potenza nel manifatturiero, ma non riusciamo ad emergere nel turismo. E sì che natura, avi e storia con noi sono stati particolarmente munifici. Mi chiedo come sia possibile che un museo a cielo aperto come l’Italia non sia in vetta alle classifiche del turismo. Potremmo campare solo di questo, ma fatti salvi i mesi estivi non riusciamo a far valere e rendere attraenti i nostri luoghi per il resto dell’anno. In sostanza, ci lamentiamo perché non si crea lavoro ma sprechiamo l’opportunità di crearlo in un settore come quello turistico nel quale abbiamo tutte le carte per essere leader. Nicola, Lod

RISPOSTA

A furia di sentir ripetere che ci sono grandi potenzialità ma non vengono sfruttate in modo adeguato alla fine si dovrà arrivare alla conclusione che non è questione di congiunzioni astrali o di improvvise, subdole concorrenze: siamo, piuttosto, incapaci di cambiare. Se ogni anno si riesce a perdere un miliardo e mezzo di “incassi” nel settore turistico che pure rappresenta la vera banca di questo paese vuol dire che proprio non si vuole cambiare mentalità, ancorata al pienone dei mesi estivi e poi poco o niente. A ricordare tempi e soldi sprecati in un settore che potrebbe togliere l’Italia dalle secche è il rapporto di Bankitalia. E da quello studio emerge una prima risposta anche alla necessità di rinsaldare la differenza tra Nord e Sud Italia. Nel Mezzogiorno si trovano la metà dei siti archeologici, un quarto dei musei, quasi l’80% delle coste e i tre quarti del territorio destinato a parchi nazionali, eppure non si riesce a sfruttare la richiesta internazionale. Forse vale la pena provarci. ivano.costa@ilgiorno.net