Morti in cantiere e rischio indifferenza

La tragedia di Pieve Emanuele è solo l'ultima di una lunga serie. In Lombardia incidenti mortali in aumento. Vanno trovati nuovi e più efficaci modi per garantire sicurezza ai lavoratori

Milano, 5 aprile 2019

DOMANDA

Altri morti I sul lavoro, ma ormai non ci si fa più caso. Siamo troppo impegnati in altre faccende, aprire un tavolo di discussione su questo tema oggi non pare popolare. Invece credo che su questo tema si basi anche la qualità della vita di un Paese e, soprattutto, un sistema di controllo che eviti anche altri illeciti. In un Paese dove ormai sembra che tutto si risolve con un clic ormai la voce di chi “lavora di braccia” non trova più ascolto perché in fondo si è già fortunati ad avere un lavoro. Sandro, Milano

RISPOSTA

Non è tema gettonato in questo momento, ma un infortunio mortale sul lavoro a settimana non è un segnale che può passare inosservato in Lombardia. Dall’inizio dell’anno a oggi dodici vittime sono tante, troppe. Senza contare chi ha subito lesioni gravi. L’ultimo incidente, quello di Pieve Emanuele, con i due operai rimasti schiacciati da una gabbia metallica passerà al vaglio della magistratura. Ancora presto per definire eventuali responsabilità, ma da questo tragico podio la Lombardia deve trovare il modo di scendere. A fronte di dati che danno in calo gli infortuni mortali in Italia, nella regione sono aumentati rispetto allo scorso anno segno che tante discussioni, appelli e anche iniziative fin qui adottate non hanno portato a grandi risultati. Come è tornata a rimettersi in moto la macchina del lavoro sono tornati a crescere gli infortuni, quindi si è al punto di partenza. Vanno trovati nuovi e più efficaci modi perché la dignità del lavoro non diventi un riconoscimento fatale.

ivano.costa@ilgiorno.net