La Milano-Meda: dall’ambizione allo strazio quotidiano

La Milano-Meda si è fermata a 22 chilometri raggiunti a stento nell’arco di quasi trent’anni

Milano, 7 marzo 2019 -

DOMANDA:

Si parla tanto di viabilità e sicurezza, ma non si fa nulla per migliorarla. Sono anni che percorro da pendolare la Milano-Meda e fatico a comprendere come questa strada possa essere lasciata in questo stato. Dicono che non ci sono soldi, ma come è possibile non tenere in considerazione un’arteria così strategica? Certo, se si apre un cantiere come quello del cavalcavia all’ingresso di Milano e i lavori non finiscono mai è difficile poi avere due spiccioli per una riasfaltatura. Enrico, Cesano Maderno

RISPOSTA:

La Milano-Meda ha nel suo destino il vedere sfiorire le ambizioni. Doveva essere la strada che in un lampo (anni Sessanta) consentiva di raggiungere Como. Si è fermata a 22 chilometri raggiunti a stento nell’arco di quasi trent’anni, così quella che doveva essere una strada a scorrimento veloce alla fine è solo la “tradotta” da e per la Brianza. Non bastasse questo “vizio” all’origine, ci si è messo poi il guazzabuglio sulle Province, cancellate ma non per sempre, a infliggerle il colpo decisivo. Ormai non fingono neppure di fare qualche rattoppo, sull’asfalto resta una segnaletica incomprensibile per effetto dei vari cantieri per nuovi innesti e collegamenti di là da venire. Cercare poi un responsabile di tanta noncuranza è come trovare un ago in un pagliaio. Della serie: a furia di pensare in grande ci si è ridotti ai minimi termini. ivano.costa@ilgiorno.net