Attenzione ai falsi amici

Decisi dalla Commissione europea nel 2015, i ricollocamenti dei migranti, prima di Salvini, sono stati 12.000. Troppo pochi ma comunque più di quelli appena ricollocati e di cui si vanta

Milano, 16 luglio 2018 - Matteo Salvini rivendica i propri meriti, «sono al Viminale da un mese e mezzo e sono sbarcate 3.716 persone. Nello stesso periodo dell’anno scorso erano state 31.421». Strano, appena un mese fa i principali quotidiani titolavano: «Salvini ferma le ONG ma non gli sbarchi», spiegando «in appena otto giorni salvati più di 2.000 migranti dalla Guardia Costiera, dalla Marina militare italiana e da navi militari e mercantili straniere». Persino Marco Travaglio, di sicuro non un nemico di questo governo, commentava: «Salvini racconta bugie, gli sbarchi continuano e i porti non sono stati chiusi». Queste notizie riguardano il periodo di Salvini ministro degli Interni e precedono il caso della nave Diciotti che pochi giorni fa, malgrado le intimazioni di Salvini per impulso di Mattarella e ordine del premier Conte, ha sbarcato a Trapani tutti i profughi a bordo.

Ma Salvini vanta anche il risultato di aver dirottato in altri Paesi migranti che volevano arrivare in Sicilia. Quando ancora solo due governi si erano offerti, aveva avvertito: «Non mi basta, voglio invertire la rotta rispetto ai disastrosi anni del Pd». Eppure lui stesso aveva riconosciuto i meriti del suo predecessore, il dem Marco Minniti, per aver ridotto gli sbarchi dell’80%. Nessun impegno invece sui ricollocamenti dei migranti già presenti in Italia. Si tratta, secondo Salvini, delle 130.000 persone che stanno nei nostri centri. Il ministro non fa cenno poi del restante mezzo milione composto da latitanti in Italia o da ‘evasi’ all’estero. Decisi dalla Commissione europea nel 2015, i ricollocamenti dei migranti, prima di Salvini, sono stati 12.000. Troppo pochi ma comunque più di quelli appena ricollocati e di cui si vanta. Solo svedesi e finlandesi hanno fatto la loro parte, meno la Germania ma aveva già accolto un milione di siriani, ancor meno la Francia ma ha più rifugiati dell’Italia. Zero assoluto invece i ricollocamenti accettati dai paesi dell’est europeo. Anche l’ungherese Orbàn campione di quella democrazia illiberale che Salvini ammira e con cui vuole allearsi non ne ha accolto nemmeno uno.