Meningite, il dovere di persuadere

Credo che convincere e persuadere sia, nel medio e lungo termine, più efficace che obbligare

Milano, 6 novembre 2017 -

DOMANDA:

Caro direttore, è triste, anzi tristissimo, leggere di una bambina di sei anni morta per la meningite. Ancora più triste capire che è stata colpita da un ceppo che, con una adeguata vaccinazione, sarebbe stato probabilmente sconfitto. A questo punto mi chiedo: perché distinguere tra i vaccini obbligatori e quelli fortemente consigliati? Non si farebbe prima e meglio a somministrare obbligatoriamente anche la vaccinazione contro il meningococco C? Floriana, Sondrio

RISPOSTA:

Gentile Floriana, mi creda: il suo sconcerto per la morte della bambina colpita dalla meningite è anche il nostro. Anche per questo, sul tema, abbiamo sempre dimostrato molta attenzione. Gli ultimi dati in nostro possesso li abbiamo pubblicati ieri: in Lombardia i casi di meningite da meningococco C sono stati 30 dall’inizio dell’anno, dieci dei quali fatali. I numeri sono sostanzialmente in linea con quelli del 2016. Non esiste quindi una emergenza, almeno dal punto di vista sanitario. Però un rimedio efficacissimo contro questo problema esiste: è la vaccinazione. E dal 2015 viene proposta gratuitamente a tutti i neonati. Credo che convincere e persuadere sia, nel medio e lungo termine, più efficace che obbligare. E penso che, in questo, il ruolo dei medici di famiglia e dei pediatri sia davvero fondamentale. A loro, soprattutto, il compito di sottoporre alle famiglie le ragioni della scienza. Senza timori e senza toni da guerra di religione. Per la salute di tutti noi. sandro.neri@ilgiorno.net