Una selva di liste a complicare la situazione

Resta da chiedersi se questa partecipazione sia un vero segnale di democrazia o solo il segnale che si è scaduti nel caos più o meno organizzato in una chiamata alle urne per l’Europa

MIlano, 9 aprile 2019 -

DOMANDA:

Già ci arriviamo con i nervi tesi, basti pensare a quello che sta accadendo con la Brexit. Mi chiedo che senso ha accettare candidature per le prossime Europee di schieramenti che a parte loghi e slogan più o meno fantasiosi finiranno solo che creare confusione. Ci siamo abituati nel tempo a vedere fiorire liste strane e improbabili, ma almeno per queste Europee così delicate per il futuro nostro e dei nostri figli, certi giochini evitiamoli. Nora, Milano

RISPOSTA:

C’è chi vede nella “grande madre”, la Rete, l’unica risposta per organizzarsi, coordinarsi per spezzare le congiure degli attuali assetti politico-finanziari padroni delle risorse. Chi invece pensa a “nuovi condottieri” che sappiano unire imprenditori, artigiani e i commercianti “cuore” della società che, pagante, ha il diritto di comandare. Pillole di visioni europee che ci ritroveremo sulla prossima scheda elettorale il 26 maggio, senza scordare il partito del Sacro romano impero cattolico, o i Forconi per arrivare tra Un’altra Italia e i Poeti d’azione al partito del No alla cassa forense. In passato la fantasia aveva espresso anche liste bunga-bunga, quindi siamo ormai abituati a tutto. Resta da chiedersi se questa partecipazione sia un vero segnale di democrazia o solo il segnale che si è scaduti nel caos più o meno organizzato in una chiamata alle urne per l’Europa che forse è la più delicata dal giorno in cui è stata sancita l’unione. ivano.costa@ilgiorno.net