La ricerca ha bisogno di priorità

Oggi è tutto un richiamare l’attenzione, tutti hanno bisogno, non c’è settore che non potrebbe essere il volano per una nuova economia

LETTERA:

Mi pare che tra tanto discutere e candidarsi, in Italia sia in atto il solito, confuso, assalto alla diligenza. Quale? Quella che dovrebbe portare fondi. Non vorrei che alla fine tra una linea guida e l’altra si finisse col disperdere risorse e si restasse così come si è. Solo più indebitati. Nicola V., Milano 

RISPOSTA: 

Di linee guida in linee guida prima o poi si arriverà anche al nocciolo della questione e cioè cosa e quanto serve per fare interventi che possano accedere a questo Recovery Fund che dovrebbe consentire il rilancio del Paese. Oggi è tutto un richiamare l’attenzione, tutti hanno bisogno, non c’è settore che non potrebbe essere il volano per una nuova economia. Di sicuro tutti possono dare un contributo, ma non ci si può dimenticare di un aspetto. In questi mesi abbiamo scoperto che in Italia esistono i virologi che ormai sembravano una categoria a rischio di estinzione. Abbiamo scoperto che è meglio non farne a meno. E siccome i virologi campano di ricerca, in sostanza abbiamo scoperto che della ricerca non si può fare a meno. Quanto verrà messo a disposizione per questo settore? Diciamo che prima dell’ondata virale il rapporto con altri paesi europei ci vedeva in fondo al gruppo: con la Germania a mettere in conto fino a 30 miliardi l’anno per la ricerca pubblica, la Francia intorno ai 18 e noi fermi a 9. Forse è giunto il momento di rivedere alcune priorità, viste le esperienze. ivano.costa@ilgiorno.net