La macchina “pensa”. E l’uomo che fa?

È l’ennesima sfida dell’uomo al codice etico che lui stesso ha creato

DOMANDA:

CHE FORTUNA, da maggio potremo sapere per legge se una decisione che ci riguarda viene presa da un algoritmo e poter così chiedere conto di errori e chiedere eventuali revisioni. Non so se ridere o piangere. Questo passo deciso dalla Ue sarà anche una forma di tutela dei diritti del cittadino, ma di fatto ci fa capire che se si è arrivati a questo punto vuol dire che le macchine sempre più controllano le nostre vite. Siamo ai confini della fantascienza. E la cosa non mi fa stare tranquilla. Roberta, da ilgiorno.it

RISPOSTA:

SIAMO alle soglie della fantascienza e come sempre toccherà a noi scrivere la sceneggiatura e curare la regia di questo nuovo film sulla storia dell’umanità. La questione algoritmo di fatto si allarga fino alle macchine più o meno pensanti (a seconda delle necessità) che arriveranno a sostituire l’uomo in alcune sue funzioni e al tempo creeranno posti di lavoro in cui gli uomini creeranno le stesse macchine pensanti crea qualche ansia. Prima fra tutte quella sulle qualità morali dei creatori di questi automi che non si baseranno solo su algoritmi ma avranno anche dati di conoscenza, dovranno sapersi comportare in un determinato ambiente e, soprattutto, autoaggiornarsi, cioè apprendere. Il confine questa volta è rischioso perché non saranno più macchine con un “semplice” approccio matematico capaci di gestire videogiochi o misurarsi con gli uomini in una partita a scacchi, gestire la temperatura di una stanza oppure definire turni di lavoro. È l’ennesima sfida dell’uomo al codice etico che lui stesso ha creato. Di sicuro non saranno sanate le diverse velocità con cui marcia questo mondo. ivano.costa@ilgiorno.net