I danni da riparare

La riforma Fornero ha riprodotto una segmentazione dei lavoratori che somiglia per alcuni versi alla giungla pensionistica degli anni Ottanta

Milano, 13 maggio 2018 - La riforma Fornero è stata il lasciapassare della flessibilità ottenuta dagli ultimi governi in Europa sui conti pubblici. Ogni euro di allentamento del rigore di Bruxelles è stato conquistato con un euro di risparmio realizzato nel rapporto tra la spesa previdenziale e il Pil grazie alla stretta del governo Monti.

Dunque, comunque la si giudichi, la rivoluzione pensionistica avviata all’inizio del 2012 ha permesso al nostro Paese di avere le carte in regola per godere di adeguata credibilità a Bruxelles e sui mercati. Ma c'è un pesante rovescio della medaglia: il conto del brusco riassetto delle regole e del drastico giro di vite in materia di requisiti di accesso al pensionamento è stato pagato in termini sociali e di repentino cambio di vita non solo da coloro che si sono trovati all’improvviso senza stipendio e senza pensione (gli esodati),oltre che dai lavoratori (e principalmente dalle lavoratrici) che in una notte di dicembre del 2011 si sono visti spostati in avanti l’uscita dal lavoro di anni: in taluni casi anche di sei anni. No, a sentire sulla propria pelle gli effetti della riforma sono stati anche i giovani che si sono visti sbarrati l’accesso al lavoro per la permanenza forzata, sempre più massiccia, di anziani in fabbrica e in ufficio. La mancata previsione di una fase transitoria, insomma, ha prodotto una serie di controindicazioni e di danni collaterali ai quali si è cercato in parte di rimediare negli anni successivi attraverso deroghe, eccezioni, casi specifici, norme particolari e strumenti più o meno originali come l’Ape social e l’Ape volontario.

Il risultato non è stato granché: si è riprodotta una segmentazione dei lavoratori che somiglia per alcuni versi alla giungla pensionistica degli anni Ottanta. Dunque, provvedere a riordinare e semplificare nel segno anche di una maggiore eguaglianza può essere anche utile e auspicabile. Sarebbe altrettanto opportuno e appropriato, però, che le coperture finanziarie dell’operazione venissero trovate dentro il circuito della spesa previdenziale e assistenziale.