La guerra in Ucraina potrebbe sancire fine potere politico Occidente. Il mondo è pronto?

Un conflitto internazionale di scala globale provocherebbe danni a tutti, e nessun attore occidentale ha interesse a rischiare. La scelta di non intervenire, però, potrebbe generare un effetto a catena, come spiegato l’analista e ricercatore Matteo Pugliese

Carri armati russi in Ucraina

Carri armati russi in Ucraina

Per molti anni l’Occidente, inteso come area geo-politica di influenza europea e americana, caratterizzata da stati democratici, ha governato e diretto tutte le maggiori operazioni politiche globali. Sono stati gli USA a promuovere le Nazioni Unite, l’Unione Europea a “inventare” i più importanti trattati di libero scambio (poi copiati nel resto del mondo) e infine, a dettare le agende militari di buona parte del globo. Questo è avvenuto per decenni, almeno fino all’avvento di Trump, che ha determinato un primo importante segnale di politica “non interventista”, tipicamente associata all’ala libertaria del Partito Repubblicano, sempre stata minoritaria nell’influenza interna del Partito. 

Oltre alle scelte di Trump di “demilitalizzare” le azioni di politica estera, ad esempio con l’Afghanistan, un ulteriore segnale di inibizione da scelte di intervento politico-militare internazionale è arrivato dai Paesi dell’Unione Europea, rimasti totalmente neutrali di fronte alle costanti violazioni dei diritti umani perpetrate in Cina, tra cui il genocidio del popolo Uyghuro. Se di fronte ad un genocidio, dimostrato e conclamato, nessun Paese occidentale ha mosso un’azione politica o economica, come possiamo aspettarci che  possa verificarsi un intervento internazionale sull’invasione dell’Ucraina? Non possiamo aspettarcelo, o almeno, sempra improbabile.  

Un conflitto internazionale di scala globale, con Stati Uniti, NATO ed Europa contro Russia (affiancata da Cina) provocherebbe danni a tutti gli attori, e nessun attore occidentale ha interesse a rischiare. La scelta di non intervenire, però, potrebbe generare un effetto a catena, come ha spiegato l’analista e ricercatore Matteo Pugliese, dando una sorta di “via libera” ad una possibile invasione cinese a Taiwan, scenario tutt’altro che improbabile. Scenari di questo tipo sancirebbero definitivamente (almeno per questa  epoca) l’egemonia politica dell’Occidente sul resto del mondo. Una conseguenza che potrebbe essere accettata dagli stessi attori occidentali, a patto che vengano preservate economia e vite umane. Al momento, quindi, pur restando nel campo dei tentativi di previsione, risulta improbabile un intervento americano/NATO a difesa dell’Ucraina, a meno che la Russia non decida di sforare su territori Nato (come le repubbliche baltiche). 

In assenza di questa casistica, ci ritroveremo di fronte alla richiesta di Putin di organizzare un nuovo governo Ucraino, filo-Russo, sulla scia della dittatura di Lukashenko, in Bielorussia, che va avanti dalla fine dell’URSS. L’Occidente avrà la possibilità di scegliere tra il prevalere dell’interesse politico-culturale- valoriale e quello economico. Senza esprimere giudizi, ritengo più probabile il secondo scenario. I mercati creano vincitori e vinti, le guerre creano molte più perdite. Ma di fronte alla mancanza di un intervento dovremo accettare, che almeno per i prossimi cinquant’anni, sarà terminato il potere dell’Occidente. E, purtroppo, di questo non potremo anticiparne i costi.