Patto tra nord e sud

L’Italia non può essere governata da un governo che escluda il Sud. E tantomeno che escluda il Nord

Mialno, 12 marzo 2018 - Dure premesse. Anzitutto che le elezioni servono per verificare il consenso degli elettori. Dico una banalità, ma va ricordato dal momento che sentiamo avanzare le proposte più fantasiose di alleanza. Tanto per dirne una, quella fra Pd e 5 Stelle. Chi ha perso le elezioni ha il diritto/dovere di ritirarsi in buon ordine e fare l’opposizione, come usa in una democrazia. Poi ricordiamoci che viviamo in una era post ideologica, dove gli operai votano Lega e gli imprenditori votano (votavano) Pd. Insomma, il voto che viene dall’identità di classe non c’è più. Se così non fosse, un movimento pigliatutto come 5 Stelle che raccoglie il 32% dei suffragi (almeno per un terzo a destra) non esisterebbe. Quindi ne traiamo le conseguenze e diamo la risposta ovvia su quale maggioranza dovrà esprimere il prossimo governo: Lega più 5 Stelle. Perché lo dice il risultato elettorale; perché lo dicono i numeri in Parlamento; e perché lo dice un’altra regola, occulta, ma altrettanto stringente del sistema politico italiano: la divisione territoriale. In tutta la nostra storia i gruppi parlamentari o i partiti, a seconda delle epoche, hanno sempre dovuto fare la mediazione fra Nord e Sud. Nel 1994 la fece Berlusconi federando Lega e An. Ora il mediatore manca, purtroppo.

Ma la Lega rappresenta gli interessi del centro Nord e i 5 Stelle quelli del Mezzogiorno. Semplifico, perché il movimento di Grillo è presente anche al Nord. Ma il suo grande successo viene dal reddito di cittadinanza, molto gradito dai disoccupati meridionali. Una contrapposizione fra le due forze politiche spaccherebbe l’Italia. L’accordo è difficile, ma necessario. Debbono trovare un punto di mediazione. Intanto, sarà una buona partenza l’accordo sulle presidenze delle Camere. Poi a seguire. Ma con questa bussola: l’Italia non può essere governata da un governo che escluda il Sud. E tantomeno che escluda il Nord.