Eroina, emergenza mai risolta

Sembra di essere tornati agli anni Ottanta, con una costante: nel mirino sono sempre le fasce più deboli, quelle meno protette

Milano, 14 novembre 2018 -

DOMANDA:

Continuo a sentir parlare del ritorno dell’eroina, di una marea di giovani che ne fa uso. Mi chiedo se il problema sia tornato evidente perché in Lombardia c’è forse la più grande piazzo dello spaccio, quel bosco di Rogoredo che adesso è delimitato da un muro, o se invece sono altre le questioni da risolvere. Non dimentichiamo che gli spacciatori esistono solo perché c’è domanda. Scopriamo da cosa nasce questa richiesta. Sandro, Milano

RISPOSTA:

Non è tornata, non se n’è mai andata. Molti della mia generazione hanno vissuto l’esperienza di vedere compagni di gioco virare verso l’ignoto e non riuscire a superare gli anni Ottanta. Ne ha ammazzati tanti l’eroina. La strage silenziosa di quegli anni venne affrontata con l’informazione, cercando di far capire quali erano i rischi perché l’eroina divenne di largo consumo all’improvviso e si abbattè come una falce su una società che non era preparata. Oggi si è quasi tornati daccapo, con numeri allarmanti: l’età media dei consumatori risulta sempre più in calo ed è raddoppiato negli ultimi cinque anni il numero dei minorenni presi in carico dai servizi sanitari, solo per citare le linee generali che emergono dai casi presi in carico dal settore della Giustizia. C’è una costante: nel mirino sono sempre le fasce più deboli, quelle meno protette. È da qui che bisogna ripartire. ivano.costa@ilgiorno.net