Il primato di Milano nella sfida per Palazzo Marino

Gli elettori di centrodestra sono in attesa di sapere chi sfiderà il sindaco uscente, Beppe Sala

Milano, 3 gennaio 2021 - Gli elettori di centrodestra sono in attesa di sapere chi sfiderà il sindaco uscente, Beppe Sala, nella corsa per Palazzo Marino. Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia sono impegnati a individuare il profilo migliore per impedire un Sala-bis e starebbero puntando su espressioni della società civile sganciate dalle nomenclature dei singoli partiti. L’attuale primo cittadino ha dimostrato in questi anni una spiccata autonomia dalle forze politiche che lo sostengono e ha raccolto apprezzamenti anche fuori dai confini della sinistra. Fondamentale, quindi, per guidare Milano è saper aggregare sensibilità trasversali. Ecco perché il centrodestra deve evitare una scelta verticistica, dominata da trame e brame di potere che nulla hanno a che fare con il radicamento dei potenziali candidati nella società milanese. Il centrodestra in questi mesi ha espresso critiche in parte fondate alla giunta Sala ma senza mai dare l’impressione di riuscire a costruire una proposta politica alternativa e, soprattutto, senza dimostrare alcuna capacità di rinnovamento della sua classe dirigente.

Eppure ci sono tantissimi milanesi che non si sentono rappresentati da chi li amministra e che auspicherebbero una dialettica politica più nobile ed elevata, incentrata sulle soluzioni ai problemi della città anziché avvitata su personalismi, pregiudizi e contrapposizioni tra blocchi di potere. Milano ha l’occasione per dimostrare che anche una campagna elettorale come quella alle porte può diventare un’occasione per produrre progetti virtuosi e per ricostruire in fretta un’economia e una società devastate dalla pandemia. A prescindere da chi la spunterà, il capoluogo lombardo deve accreditarsi anche questa volta all’attenzione pubblica generale come laboratorio politico nazionale e motore di cambiamento. Lo stesso Sala ha ammesso alcuni suoi errori e ha dichiarato di voler guidare “una nuova trasformazione di Milano”. E si è già portato avanti, costituendo un comitato elettorale “aperto a tutte le persone che vorranno dare il proprio contributo per costruire il futuro della nostra città”. Perché anche il centrodestra non dimostra discontinuità rispetto alle liturgie della vecchia politica?