Don Malgesini e i due volti di una città

Oltre i paesaggi da cartolina e le vacanze in villa di George Clooney c’è altro. C’è una frontiera quotidiana fatta di povertà, di immigrazione senza controllo e senza speranza

Milano, 17 settembre 2020 - 

DOMANDA:

Caro Direttore, l’omicidio del sacerdote di Como è il secondo caso in vent’anni. C’è da chiedersi che cosa succeda in questa città che tutti conoscono per il turismo internazionale, la bellezza del lago e la ricchezza dei suoi abitanti. C’è un pezzo di questa società che negli anni ci siamo persi per strada. Leda, Saronno

RISPOSTA:

Il “Giorno“ se ne occupa da tanto tempo. Oltre i paesaggi  da cartolina e le vacanze in villa di George Clooney c’è altro. C’è una frontiera quotidiana fatta di povertà, di immigrazione senza controllo e senza speranza, come quei minori non accompagnati che - come più volte documentato sulle pagine del nostro quotidiano - restano impigliati nel sogno svanito di attraversare il confine con la Svizzera e finiscono, soli e abbandonati, sotto i portici di una chiesa sconsacrata. La città che deve fare i conti con la concorrenza delle mete turistiche mondiali e accaparrarsi i consensi dei ricchi viaggiatori d’oltreoceano cerca con ogni mezzo di tenere lontana questa dolorosa moltitudine. La Chiesa, come ogni giorno faceva don Roberto Malgesini, in silenzio e con costanza invece se ne occupa con dedizione. In mezzo, c’è però qualcuno che non ha fatto il proprio dovere. Ancora una volta è lo Stato, a cui spetta il dovere di regolare e gestire un fenomeno, certo complesso, come l’immigrazione. Evitando che sul territorio e nel cuore delle persone nascano conflitti insanabili. sandro.neri@ilgiorno.net