Disconnessi per contratto

In un disegno di legge sullo smart working, si accenna anche a questa nuova frontiera del rapporto tra lavoratore e datore di lavoro

Milano, 18 aprile 2019 - In Francia e Germania è già realtà. In Italia se ne comincia a parlare. In un disegno di legge sullo smart working e le nuove forme di lavoro sorte grazie allo sviluppo delle tecnologie, si accenna anche a questa nuova frontiera del rapporto tra lavoratore e datore di lavoro.

È il diritto a disconnettersi e a non rispondere a e-mail, telefonate e messaggi WhatsApp fuori dall’orario di lavoro. Lo scrupolo e il senso del dovere portano molti lavoratori a rispondere ai messaggi di lavoro anche la sera tardi o nei week-end. Ma questa abitudine può diventare una “droga”, che tende ad azzerare gli spazi di effettivo riposo. Difficile staccare quando di fatto si è sempre raggiungibili. Oltre a un aumento economico e alla possibilità del lavoro agile, garantire la disconnessione dalla rete aziendale - in coerenza con l’orario di lavoro e i tempi di riposo giornaliero e settimanale, le ferie e la malattia - è una delle richieste contenute nella piattaforma di rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) che coinvolge circa 300mila bancari. I sindacati del settore spiegano che l’introduzione di smartphone e portatili aziendali ha dilatato a dismisura l’orario di lavoro, togliendo i confini alla giornata lavorativa. È ora di regolamentare il diritto alla disconnessione e inserire regole più precise. Essere tartassati con continue notifiche anche fuori dall’orario di lavoro sta diventando insostenibile, anche perché il più delle volte non si tratta neanche di emergenze.  Banche e assicurazioni stanno già prevedendo, in verità, garanzie per i propri dipendenti, come il diritto a ignorare messaggi e telefonate fuori dagli orari abituali.

Anche nel mondo scolastico si parla da tempo di diritto alla disconnessione. Ormai quasi un anno fa, il problema era stato posto da alcuni docenti scolastici, interrogati a qualunque ora da presidi e genitori. Nell’aprile 2018 era quindi stata inserita nel contratto Ccnl «Istruzione e Ricerca» l’indicazione delle fasce orarie protette per poter contattare via email o telefonicamente l’insegnante. Ma si tratta di iniziative settoriali. Occorre, invece, una legge nazionale, che tuteli i lavoratori che legittimamente recidono i contatti con il luogo e gli ambienti di lavoro nei momenti di relax, senza per questo ricevere ritorsioni.