Impareremo a stare in coda

La dichiarazione d’intenti ha placato la tensione, si riparte

MIlano, 22 aprile 2020 - 

LETTERA

Detto che si deve riprendere, non ci si illuda che si possa tornare ai ritmi di un tempo. Sembra che tutti ne siano convinti, ma credo che alla prova dei fatti nessuno ha ben chiaro di quanto si allungheranno, per esempio, i tempi di uno spostamento. Meglio armarsi di pazienza. Raffaele P.,

 

RISPOSTA

La dichiarazione d’intenti ha placato la tensione, si riparte. Come è da vedere. Ma soprattutto, al di là delle indicazioni e delle restrizioni che giocoforza resteranno per una questione di sicurezza sanitaria, è tutto da sperimentare. Le ipotesi di cambiare ritmo alle città, di dare una cadenza ai trasporti, di fornire anche mezzi alternativi non fanno una piega nella loro logica. Ma cambiare dall’oggi, bloccati da settimane con l’abitudine ad avere certe possibilità di spostamento, al domani con le uscite quasi “stranite” da casa non sarà una cosa semplice. Tutto l’impegno di esperti e sindaci in una cosa per il momento si tradurrà: ci si dovrà abituare a fare code senza dare in escandescenze. Che detto così può sembrare un sacrificio da poco dopo giorni e giorni di clausura, ma si sa i vizi tornano presto a galla e la tentazione di avere tutto e subito diventerà presto forte. La pazienza, dopo la missione di tutelare la nostra e l’altrui salute, sarà un altro dei test fondamentali nell’immediato futuro.