Serie A, prove di sbarco in Cina

Il nostro campionato potrebbe debuttare nel paese della Grande Muraglia? I puristi storgono il naso ma...

Milano, 23 marzo 2019

DOMANDA

Spero sia solo un’ipotesi, ma sono curioso di vedere come procederà la discussione. Di sicuro sarà abbastanza “strano” vedere l’inizio del campionato di serie A disputato su un campo da calcio in Cina. Sono i tempi moderni, quelli del 4.0, ormai chi ancora pensa alla maglia e ai colori ha fatto il suo tempo. Qui stiamo parlando di superprofessionisti che guadagnano fior di milioni, è chiaro che per pagarli non possano bastare i soldi di quattro sponsor e degli abbonamenti. Non c’è da stupirsi se accadesse. Sandro, Milano

RISPOSTA

Qualora fosse ci sarebbe poco da indignarsi e stupirsi. Del resto la Supercoppa italiana si è giocata più volte in Cina, perché la serie A non dovrebbe debuttare? Su questa indiscrezione comunque si è già passati alle smentite, se uno scambio ci sarà avverrà per questioni ben più di peso che vanno oltre una partita. I puristi storceranno il naso? Passerà, del resto è passato anche che la classica di un altro sport, il ciclismo, per restare in tema, abbia visto il Giro d’Italia ai nastri di partenza in Medio Oriente. Vale quindi la ragione della pecunia. E ne serve tanta per tenere in linea un carrozzone che non attinge certo dagli abbonamenti la “benzina” per viaggiare. Servono i soldi dei diritti Tv, servono esibizioni ben pagate. Dove, poco importa. Poi se allo stadio la gente non va perché per una partita che non è di cartello ed è pure infrasettimanale i biglietti costano un occhio nessuno fa caso alle proteste. Non c’è spazio per le nostalgie nazional-popolari.